L’ultimo film di Virzì affronta il tema del disagio psichiatrico e lo fa a ragione visto che le statistiche raccontano come 2 italiani su 5, il 40% dei nostri connazionali, sia affetto da problemi di questo genere.
Stefano Pallanti, professore di Psichiatria all’università di Firenze e direttore dell’Istituto di Neuroscienze (Ins) ha commentato con l’Adnkronos salute il legame che gli italiani hanno con la psichiatria dopo l’uscita nelle sale del film “La pazza gioia” in cui le due protagoniste sono proprio donne colpite da disturbi della psiche.
“Nel corso della loro vita almeno 2 italiani su 5 sperimentano un problema psichico più o meno grave. Un tema che interessa dunque il 40% della popolazione, per cui dobbiamo metterci in testa che non è un problema da ‘pazzi’, ma della gente comune. Ed è un bene che il cinema ne parli, prefiggendosi fini educativi e colmando quella mancanza di informazione che c’è nel nostro Paese”.
“Dobbiamo dire che infondo l’Italia – spiega l’esperto – si ‘difende’ abbastanza per quanto riguarda, ad esempio, i dati sul suicidio, l’esito più grave della malattia mentale: non sono così alti come quelli di altri Paesi come quelli del Nord Europa o la Corea. Sembra quasi strano, data la forte crisi economica e lo scarsissimo impegno istituzionale nei confronti dell’assistenza e della prevenzione, per la quale a oggi non c’è nessun capitolo di spesa. Mentre in tutto il mondo si dice che la psicosi va prevenuta. Da noi si aspetta che insorga la crisi acuta, e comunque anche per affrontare la crisi si fa pochissimo. Dovremmo avere un letto ogni 10.000 abitanti dedicato alla psichiatria e, ad esempio, a Firenze ne abbiamo 0,4, e li stanno ancora riducendo”.
Un’occasione sfruttata anche per parlare della chiusura degli ospedali psichiatrici e della difficoltà che moltissime persone hanno nella gestione delle malattie di tipo psichiatrico. Sicuramente ci sono rimedi che possono alleviare i disturbi – come lo yoga – ma le persone con questi problemi vanno seguite dagli specialisti.