Un interessante articolo pubblicato sul Giornale di Brescia rispolvera e tratta un tema molto comune: la guarigione dall’anoressia attraverso la liberazione dall’ossessione dell’aver mangiato. Ma come?
Il Centro disturbi dell’alimentazione dell’ospedale di Esine ha avviato il «Progetto alimentazione» e oggi continua raccogliere risultati positivi, sia dai pazienti che si affidano alla loro proposta, sia dal territorio in cui sono chiamati ad intervenire.
Come molti progetti anche questo è nato con l’intento di offrire un servizio di natura ambulatoriale alcuni anni fa, oggi è considerato una struttura d’eccellenza al punto che è stato inserito nella mappa ministeriale delle strutture dedicate ai disturbi del comportamento alimentare (Dcs) in Italia. Quante persone vi si affidano? Ad oggi si contano 212 persone che hanno un’età variabile dai 14 ai 40 anni e oltre. Il 10% degli utenti è rappresentato da donne molto giovani. Soltanto il 2% degli assistiti sono maschi.
Racconta il Giornale di Brescia:
Gli utenti, grazie al «Progetto alimentazione» e alla donazione di una cucina, hanno la possibilità di fermarsi al centro per tutta la giornata da lunedì a venerdì: all’interno di un «laboratorio intensivo» le ragazze si fermano per il pranzo e la merenda e rientrano a casa con la cena già impostata e cucinata nella struttura.
L’iniziativa della distribuzione dei pasti è stata avviata grazie alla donazione di una delle prime utenti che, guarita, ha voluto che anche altre persone potessero godere dei benefici del progetto. Ora però c’è bisogno di arredare anche un soggiorno, in cui le pazienti possano trascorrere il pomeriggio, in modo da riempire loro le giornate e «distrarsi dall’ossessione dell’aver mangiato, perché non pensino solo al cibo».
Allo studio ci sono tante iniziative per far conoscere maggiormente il centro ai cittadini e ai medici di famiglia, visto l’aumento dei casi non solo di anoressia e bulimia, ma di tutte le malattie legate ai disturbi dell’alimentazione.