Quando si parla di trucco e cosmetici i desideri sono sempre tanti: si cerca qualcosa che abbia poco impatto sulla pelle, magari che sia bio ma poi si ha anche l’esigenze di avere a portata di mano strumenti a poco prezzo oltre che a basso impatto. Una ricerca di Altroconsumo svela qualche trucco dei trucchi.
La definizione “bio” o “naturale” non significa sempre qualità migliore o più sicurezza. Questo è l’allarme lanciato da Altroconsumo che 2014 ha messo sotto la lente d’ingrandimento il funzionamento di un mercato fin troppo oscuro. C’è una legge che definisce cosa si può chiamare eco-bio o naturale, per cui le aziende, per prima cosa, devono soddisfare i requisiti di legge. Poi bisogna rispettare le certificazioni.
Oggi i prodotti naturali, ecologici e biologici sono molto richiesti ma come spiega Altroconsumo in un passaggio della ricerca: naturale non vuol dire di maggiore qualità o più sicuro:
Un prodotto che abbia una o più di queste certificazioni e che sia quindi un cosmetico “naturale” non è necessariamente più sicuro o migliore di altri. Tutti i prodotti cosmetici devono rispondere ai requisiti di legge previsti dal regolamento europeo (Re. Ce 1223/2009), siano essi “classici” o “eco-bio”: il produttore deve fornire documenti sulla valutazione della sicurezza, non devono essere contenuti ingredienti vietati, le concentrazioni degli ingredienti per cui sono previsti dei limiti devono essere a norma, le etichette devono contenere tutte le informazioni obbligatorie.
Attenzione comunque all’etichetta e ai colori usati dall’azienda per caratterizzare una linea di prodotti. Molti di questi, infatti, sfruttano il “verde” e dicono di avere ingredienti di origine vegetale. Ma il consumatore si fa ancora trarre inganno da tutto questo?