Un ampio reportage sulla sanità pubblica dimostra che le cure sono seguite soltanto da chi può permettersele e visto che il servizio pubblico è calato quanto a qualità della proposta sanitaria, si ricorre con sempre più insistenza alle soluzioni alternative.
Un report molto lungo sulla sanità, quello proposto dall’Adnkronos anche se a noi sembrano interessanti soprattutto questi tre punti:
- La sanità negata aumenta ancora. Erano 9 milioni nel 2012, sono diventati 11 milioni nel 2016 (2 milioni in più) gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie nell’ultimo anno a causa di difficoltà economiche, non riuscendo a pagare di tasca propria le prestazioni.
- Lo scadimento della qualità del servizio sanitario pubblico. Per il 45,1% degli italiani la qualità del servizio sanitario della propria regione è peggiorata negli ultimi due anni (lo pensa il 39,4% dei residenti nel Nord-Ovest, il 35,4% nel Nord-Est, il 49% al Centro, il 52,8% al Sud), per il 41,4% è rimasta inalterata e solo per il 13,5% è migliorata. Il 52% degli italiani considera inadeguato il servizio sanitario della propria regione (la percentuale sale al 68,9% nel Mezzogiorno e al 56,1% al Centro, mentre scende al 41,3% al Nord-Ovest e al 32,8% al Nord-Est). La lunghezza delle liste d’attesa è il paradigma delle difficoltà del servizio pubblico e il moltiplicatore della forza d’attrazione della sanità a pagamento.
- Tra pubblico in crisi e privato in crescita, avanza la sanità integrativa. Il 57,1% degli italiani pensa che chi può permettersi una polizza sanitaria o lavora in un settore in cui è disponibile la sanità integrativa dovrebbe stipularla e aderire. Così si otterrebbero anche benefici pubblici, perché molte persone utilizzerebbero le strutture private, liberando spazio nel pubblico, e perché così si inietterebbero maggiori risorse nel sistema sanitario.