Ci sono alimenti che più di altri e mai come altri, contengono il nichel, per questo si dice che questo genere di allergia è meglio combatterlo a tavola. Ecco allora quali sono gli alimenti da bannare dalla propria dieta.
Al bando il cacao per chi ha scoperto un’allergia al nichel, ma via anche i pomodori, la pasta integrale al sugo, la frutta secca come mandorle, noci, nocciole e arachidi. Non si potrebbero mangiare nemmeno legumi, asparagi, cavoli, crostacei ed ostriche.
Al di là della bontà di questi alimenti e delle loro capacità nutritive, chi è allergico al nichel deve dimenticarli. Ci sono anche cibi molto gustosi, per esempio il cioccolato, e cibi molto utili all’organismo per esempio gli antiossidanti come il pomodoro ma il nichel che contengono li rende off limits per gli amanti della vita serena, soprattutto a livello intestinale. Carlo Di Stanislao, dermatologo, allergologo e immunologo, direttore del servizio di Allergologia dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, intervistato da D di Repubblica, spiega:
“L’allergia da contatto al nichel è molto diffusa – riguarda il 10-15% della popolazione generale, maschile e femminile, con punte fino al 30% delle donne -. E un 20% di chi ne soffre ha reazioni anche al nichel contenuto negli alimenti – per cui si parla di sindrome allergica sistemica al nickel -,con orticaria ricorrente, sintomi gastrointestinali e talvolta mal di testa”.
La buona notizia è che un pool di ricercatori, in virtù di una sperimentazione squisitamente italiana, ha messo a punto una sorta di dieta fatta di alimenti “nichel-free”, o meglio low-nichel. Ed ecco la prima cosa da sapere per i neofiti del problema. È sempre D a mettere in allerta gli allergici:
“Il nichel si trova, infatti, in moltissimi oggetti di uso comune: nei ganci e nei bottoni degli indumenti intimi e dei capi di vestiario, per esempio, ma anche nelle cerniere, in alcuni utensili casalinghi di metallo, nelle chiavi, nelle penne. Nella bigiotteria da circa un decennio è vietato l’utilizzo del nichel: ma attenzione ai canali non sicuri, come le bancarelle etniche, che sfuggono ai controlli e possono offrire merce con percentuali, anche significative, di nichel e altri metalli allergizzanti”.