Sanità integrativa per garantire cure a tutti gli italiani?

di Redazione Commenta

Era di qualche giorno fa la notizia secondo cui ben undici italiani hanno rinunciato alle cure per problemi economici. Troppo lunghe le liste di attesa e per farsi visitare privatamente servono troppi soldi. Così tantissimi cittadini hanno evitato di farsi vedere dagli esperti perché non in grado di sostenere esborsi troppo elevati. Ma può la sanità integrativa essere un rimedio per garantire a tutti gli italiani cure adeguate? Nella scorsa puntatga di Ballarò è intervenuto l’ad di Assicurazione Salute RBM il quale ha spiegato il suo punto di vista.

SANITÀ NEGATA IN AUMENTO, CRESCONO SOLTANTO LE CURE DI CHI PUÒ PAGARSELE

Affinché il sistema rimanga sostenibile e la qualità delle cure garantite ai cittadini non si riduca pur a fronte dell’aumento dei costi della sanità l’unica via di uscita è quella di diversificare le fonti di finanziamento attraverso l’intermediazione della spesa sanitaria privata da parte delle Forme Sanitarie Integrative (Polizze Salute Individuali e Fondi Sanitari). Costruendo, infatti, un sistema di sanità integrativa diffusa aperto a tutti i cittadini – oggi la sanità integrativa nei fatti, anche per motivi fiscali, è riservata solamente ai lavoratori dipendenti – si potrebbe far risparmiare a ciascun cittadino almeno il 30% dei costi che già sostiene di tasca propria per curarsi privatamente e garantire al sistema sanitario 15 miliardi di risorse aggiuntive, ovvero quasi il 50% dell’attuale spesa sanitaria privata (pari a 34,5 miliardi di euro nel 2015). Queste risorse potrebbero essere investite anzitutto nel garantire maggiore accessibilità alle cure tagliando le liste di attesa, nel promuovere programmi di prevenzione diffusa per la popolazione, nel sostenere i costi crescenti dei nuovi farmaci innovativi e, in generale, nel ridurre il costo delle cure private (569 euro a testa nel 2015, con un incremento di oltre 80 euro nell’ultimo biennio)

 

Foto | Thinkstock

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