Lluis Serra Majem, presidente Ifmed ha spiegato che si tratta di una nuova piramide alimentare, che adesso sta acquisendo consenso tra gli scienziati che si occupano di nutrizione e salute. Ecco come spiegano la maniera corretta di alimentarsi.
“In un contesto in cui la dieta mediterranea si rinnova, con la messa in risalto di una cruciale componente socio-culturale, diventa fondamentale prendere in considerazione da un lato l’importanza di recuperare le nostre radici alimentari, dall’altro il mutamento degli stili di vita, sempre più frenetici”, ha affermato Silvia Migliaccio, del Dipartimento di scienze dello sport e della salute umana dell’Università ‘Foro Italico’ di Roma.
Per quanto riguarda la carne,
“non dimentichiamo che l’uomo è onnivoro da 10.000 anni e la carne, nelle giuste quantità, fa parte della dieta mediterranea – ha spiegato Elisabetta Bernardi, nutrizionista dell’Università di Bari – Ricca di nutrienti importanti e componenti bioattivi, è particolarmente importante in alcune fasi della vita: durante la gravidanza e l’infanzia ad esempio, per garantire lo sviluppo cognitivo e la crescita del bambino. Ma è anche preziosa per chi pratica sport o è in età avanzata: è infatti una eccezionale fonte di proteine utili per lo sviluppo e per preservare i muscoli”.
I legumi, invece, riacquistano un ruolo primario, lo ha affermato Laura Rossi del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Crea-Nut):
“L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2016 ‘Anno dei legumi’: un’opportunità unica per incoraggiare la food chain a un utilizzo migliore di questa risorsa, grazie ai suoi benefici per la fertilità del suolo, i cambiamenti climatici e per combattere la malnutrizione a livello globale”.