La cannella sembra essere stata riscoperta come ingrediente segreto nella lotta per il miglioramento dell’apprendimento e della memoria.
La cannella è usatissima in cucina, nelle preparazioni dei dolci ma anche nei secondi piatti. Offre un’aroma incredibile ma ha anche un effetto benefico sul corpo e sulla mente. C’è chi dice sia importante per accelerare il metabolismo ma non è nella funzione dimagrante il suo miglior aspetto.
Secondo le indagini di Pahan – riportate dall’Adnkronos – e colleghi tutto si gioca nell’ippocampo, una piccola regione del cervello che genera, organizza e immagazzina i ricordi. Gli scienziati hanno scoperto che l’ippocampo dei poor learner, rispetto a quello dei good learner, presenta meno Creb (proteina coinvolta nella memoria e nell’apprendimento) e più subunità alfa-5 di recettori Gabaa (Gabra5, proteine che generano segnali inibitori).
Per arrivare a comprendere tutto questo è stato fatto un esperimento sui topi:
I topi ‘arruolati’ hanno ricevuto cannella in polvere. Nell’organismo la spezia viene metabolizzata in sodio benzoato, una sostanza chimica impiegata come farmaco in caso di danni cerebrali. Una volta arrivato al cervello dei topi poor learner, il sodio benzoato ha aumentato i livelli di Creb, ridotto i Gabra5 e stimolato la plasticità dei neuroni dell’ippocampo. Come risultato, negli animali meno dotati sono migliorati memoria e apprendimento, misurati prima e dopo l’esperimento con un test ad hoc. Gli stessi effetti non sono stati invece registrati nei topi good learner.
In lavori precedenti, infatti, il gruppo di Pahan aveva osservato che la spezia può invertire le mutazioni tipiche del cervello di topi malati di Parkinson. Adesso si approfondirà il ruolo della cannella rispetto alla malattie neurodegenerative.