Le parole del ministro Lorenzin servono a ricordare Rita Fantozzi che accetta con coscienza il fatto di non essere guarita dal cancro ma lo reputa un percorso possibile nel suo cammino di vita.
“Questo libro non è di certo un testamento, Rita vuole testimoniare cosa si prova durante la malattia e come si deve affrontare. Il fatto che non sia guarita è solo un aspetto del suo percorso. Spero che molte donne lo leggano e le aiuti ad avere l’atteggiamento migliore” di fronte al cancro.
L’occasione di questo ricordo è offerta al ministro durante la presentazione del libro della giornalista Rita Fantozzi dal titolo ‘Malata di vita‘, con la sua storia di lotta, purtroppo persa, contro un tumore. Le sue parole, quelle del ministro, sono una fonte di coraggio per tutte le persone che stanno affrontando questo problema di salute
Lorenzin ricorda Rita Fantozzi come “una grande lavoratrice, l’ho conosciuta come amica ma anche come lavoratrice sempre sul pezzo, stakanovista, con un grande cuore e molto coraggiosa. La conoscevo da tantissimi anni, ma la diagnosi della malattia è arrivata quando stavamo lavorando insieme. Mi disse di avere una pancreatite, ed è poi iniziato questo viaggio, lungo il quale non è mai stata una malata, ma ha sempre voluto godersi ogni minuto, ha sempre lavorato. Eravamo stupiti, io le dicevo ‘stai a casa’, ma lei aveva voglia di essere presente, pur facendo un lavoro particolare, nello staff del ministero della Salute, dove si ha sempre a che fare con la morte. Viveva quindi le vicissitudini di altri pazienti, ma era serena e trasmetteva agli altri la sua serenità”.
“E’ stata un esempio – prosegue il ministro – anche per come ha voluto poi raccontare la sua malattia in questo libro. Ha voluto viaggiare con me fino all’ultimo, io ero distrutta, lei piena di energia. Poi è iniziata la discesa, ma con questo atteggiamento positivo si è guadagnata un anno di vita. E deve essere di esempio alle altre donne malate: è con la testa prima di tutto che si può guarire”. Come ministro, ha concluso Lorenzin, “spesso avevo accanto Rita nella discussione di leggi e provvedimenti che riguardavano malati come lei e questo mi ha aiutato molto. E personalmente il suo esempio mi ha aiutata a relativizzare piccoli problemi che ha avuto mia figlia nata prematura”.