La rosolia in gravidanza è molto pericolosa per la salute del feto. Se la donna viene a contatto con il virus nei nove mesi di gestazione, il bambno potrebbe nascere con seri problemi: cecità, problemi dell’udito (anche sordità), malformazioni cardiache, ritardo nella crescita. Insomma la rosolia è una malattia rischiosa ma per tenerla alla larga esiste un vaccino. Solo che molte donne in età fertile non sanno nemmeno se sono protette o no da questo virus, ovvero non sanno se nella loro vita si sono sottoposte o meno a vaccinazione.
Quattro donne su dieci sono vaccinate contro la rosolia e una su tre non sa se è protetta o meno contro questa malattia: è questo il risultato emerso dal monitoraggio condotto nel periodo 2012-2015 dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Su Epicentro, il portale a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Iss, si legge:
Emerge con forza la scarsa consapevolezza, fra le donne in età fertile, del problema legato all’infezione in gravidanza. La quota di donne suscettibili alla rosolia (perché non vaccinate e con rubeotest negativo) può sembrare relativamente contenuta (quasi il 2%), tuttavia una quota piuttosto alta, più di una donna su tre (37%), non è a conoscenza del proprio stato immunitario nei confronti della rosolia
► ROSOLIA: POCHE DONNE IN ETÀ FERTILE SONO VACCINATE. QUALI SONO I RISCHI PER IL FETO
La percentuale di donne vaccinate contro la rosolia è decisamente più alta tra le più giovani: è massima (57%) nella classe di età 18-24 mentre cala vistosamente nelle generazioni successive (44% tra le 25-34enni e 34% tra le 35-49enni).
Foto | Thinkstock