Il diabete è ereditario e questo, ormai, era assodato. Una ricerca recente ha dimostrato che ci sono dei veri e propri interruttori molecolari da considerare responsabili dell’insorgenza della malattia. La scienza sta seriamente pensando a dei farmaci personalizzati.
Avere un parente diabetico, un fratello o un genitore, aumenta di 10 volte il rischio di ammalarsi della stessa patologia. Tuttavia è possibile prendere delle contromisure ed è possibile farlo attraverso i risultati dell’ultima ricerca in circolazione. Sicuramente aiuterà seguire un’alimentazione sana e fare molta attività fisica.
Purtroppo però, i geni non si possono comandare per cui oltre allo stile di vita, spesso è necessario dotarsi anche di farmaci specifici. Questo è stato detto durante il Congresso europeo Easd dove è stato presentato uno studio svolto dall’università svedese di Goteborg in collaborazione con l’ateneo Federico II di Napoli.
Sotto la lente d’ingrandimento ci sono finiti i tessuti adiposi di 20 svedesi, 10 uomini e 10 donne, con un peso normale ed un’età media di 40 anni. La metà di loro ha un parente di primo grado diabetico. Le differenze tra i due gruppi sono nel first degree relatives. Luca Parrillo, ricercatore trentaseienne del laboratorio Di Genomica del Diabete dell’Università di Napoli, ha detto:
Bisogna ripartire dal Dna che, oltre al codice genetico vero e proprio ha un altro codice, chiamato epigenetico, che va al di là dei geni. L’epigenetica è una specie di ponte che collega l’ambiente e i nostri geni. E l’ambiente, attraverso fattori facilmente modificabili come dieta e attività fisica, può modificare i geni attraverso i marker epigenetici, come la metilazione del Dna, che agiscono come dei veri e propri interruttori che possono accendere e spegnere i geni, favorendo una malattia o proteggendoci.