Le malattie neurodegenerative hanno un impatto sociale molto forte perché oltre il malato coinvolgono anche tutta la loro famiglia. Purtroppo mancano i fondi per dare vita al Piano Nazionale Demenze. Ecco l’allarme dato dalla Fondazione Veronesi.
Cos’è il Piano Nazionale Demenze? Bisogna partire da questa domanda e per rispondere siamo andati nell’archivio del ministero della Salute visto che il documento in questione risale al 2014:
E’ stato approvato il 30 ottobre 2014, dalla Conferenza Unificata l’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome sul documento Piano Nazionale Demenze (PND) – Strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.9 del 13-1-2015.
Il Piano Nazionale Demenze (PND) è stato formulato dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le Regioni, l’Istituto Superiore di Sanità e le tre Associazioni Nazionali dei pazienti e dei familiari.
Il PND è un importante documento di sanità pubblica che fornisce indicazioni strategiche per la promozione e il miglioramento degli interventi nel settore delle demenze “partendo dal presupposto che, come in tutte le patologie cronico-degenerative nelle quali l’approccio farmacologico non è risolutivo nel modificarne la storia naturale, occorre prevedere un insieme articolato ed organico di percorsi assistenziali, secondo una filosofia di gestione integrata della malattia” (cit. testo Accordo).
In Italia i malati di Alzheimer sono pari a poco più di 1,2 milioni, con stime realistiche secondo cui potrebbero diventare più di 2,2 milioni entro il 2050. Purtroppo il problema sembra ancora sottovalutato e infatti Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia dichiara:
«Lo Stato non è andato oltre le buone intenzioni. Nessun fondo è stato stanziato per supportare i malati. Così molte Regioni, chiamate a tenere i conti in ordine, hanno dato la priorità ad altre esigenze».