L’autofagia è letteralmente l’auto mangiarsi ma non è riferito ovviamente alle persone ma alle cellule che hanno l’abitudine di riciclare quel che scartano creando nuove forme di vita, e spesso dando vita anche a malattie. Lo scopritore dell’autofagia è stato insignito del premio Nobel per la medicina.
Quando potremo riavere in Italia il premio Nobel per la medicina? Una domanda che ogni anno sorge spontanea e riporta una luce – purtroppo sinistra – sulle condizioni della ricerca nel Belpaese. Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha dichiarato in proposito:
“Purtroppo la scarsità di finanziamenti alla ricerca di base che c’è in Italia la paghiamo anche in termini di premi Nobel. Speriamo che i fondi ricomincino a crescere, perché al momento sono Paesi come Stati Uniti, Giappone e anche Cina a ottenere questo tipo di risultato. Dobbiamo tornare a essere competitivi, le intenzioni ci sono, e ad esempio il progetto Human Technopole va in questa direzione”.
Si parla di Cina e Giappone perché è giapponese il biologo che ha scoperto il meccanismo dell’autofagia. Si chiama Yoshinori Ohsumi e attraverso anni di studio sul lievito di birra, ha scoperto tutti i segreti dell’autofagia, un processo fondamentale per la degradazione e il riciclo dei componenti cellulari. Il biologo ha spiegato che un meccanismo analogo a quello che accade nel lievito di birra, avviene anche nelle cellule umane. Purtroppo le mutazioni nei geni dell’autofagia possono causare malattia e il processo in diverse condizioni può portare anche al cancro e alle patologie neurologiche.
Ohsumi ha commentato – ancora in stato di shock – il riconoscimento che gli è stato attribuito:
“E’ stata la vera sorpresa, perché così tante persone stanno lavorando ora nel campo dell’autofagia”, anche se “oggi abbiamo più domande di quando ho cominciato”.