Un nuovo tipo di immunoterapia in grado di ridurre del 40% il rischio di mortalità nei malati di tumore al polmone e migliorare del 50% la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia tradizionale a base di platino. E’ stata oggetto di presentazione al Congresso della Società Europea Di Oncologia Medica e dona nuove speranze ai malati.
Ad oggi il tumore ai polmoni continua a colpire molte persone. Nei primi mesi del 2016 in Italia sono state fatte 41mila nuove diagnosi. Silvia Novello, professore di Oncologia Medica all’Università di Torino, ha affermato:
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Siamo di fronte a dati che non si limitano a una significatività solo statistica, ma implicano un impatto concreto nella pratica clinica quotidiana. Il 60-70% delle neoplasie polmonari è diagnosticato in fase avanzata di malattia. L’immuno-oncologia finora ha mostrato risultati positivi in seconda linea e prevalentemente nei pazienti con istologia squamosa. Ora queste armi dimostrano di essere efficaci in prima linea, quindi al momento della diagnosi, e anche nell’istologia non-squamosa, che rappresenta la grande maggioranza dei pazienti. Per questi ultimi il vantaggio è significativo perché, se rispondono a determinati requisiti, possono evitare la chemioterapia e aver accesso a farmaci innovativi caratterizzati da una tollerabilità migliore
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I dati relativi all’abbassamento del tasso di mortalità vengono così commentati da Silvia Novello:
I dati sono impressionanti se si analizzano le curve di sopravvivenza riferite ai pazienti selezionati in base alla maggiore espressione di un biomarcatore, ossia la proteina PD-L1, sulle cellule tumorali
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