Allattare al seno è importante ma i numeri parlano chiaro: sono sempre meno le donne che allattano i propri figli e alla base di questa tendenza ci sono i più svariati motivi. C’è chi non allatta per carenza di latte, c’è chi invece per scelta.
Nei primi giorni di vita il 90% delle donne italiane comincia ad allattare al seno il neonato, alla dimissione dall’ospedale la percentuale scende al 77% per poi crollare al 31% a 4 mesi e solo il 10% continua ad allattare oltre i 6 mesi di vita.
Dati sui quali i neonatologi della Società Italiana di Neonatologia (SIN) inducono a riflettere. Allattare al seno è importante, ecco perché bisognerebbe sempre farlo. Il Presidente della SIN Mauro Stronati dice:
Essendo un comportamento naturale, spontaneo, frutto dell’emergere delle competenze proprie di ogni donna, l’allattamento al seno ha bisogno di essere promosso e sostenuto, investendo risorse materiali, umane e morali. Per farlo la SIN ha messo a punto alcune semplici indicazioni, una sorta di decalogo, da seguire anche con l’aiuto del pediatra/neonatologo e di tutto il personale sanitario che accompagna mamma e neonato fino all’uscita dall’ospedale e nei primi mesi di vita
► ALLATTARE AL SENO RIDUCE IL RISCHIO DI ALZHEIMER
L’allattamento va sostenuto perché fa bene al bambino ed alla mamma. Il latte materno rappresenta la migliore alimentazione possibile per il neonato. Tra gli effetti benefici, inoltre, è ben documentato un minor rischio di infezioni gastrointestinali, infezioni respiratorie, asma, otiti medie acute e di sviluppare a lungo termine sovrappeso, obesità e malattie collegate.
Foto | Thinkstock