Protesi anca mini invasiva: quando sottoporsi all’intervento?

di Redazione Commenta

L’anca è un’articolazione che, con l’avanzare degli anni, può dare un bel po’ di problemi. Tra gli anziani, infatti, sono tantissimi quelli che soffrono di dolore cronico all’anca e spesso il dolore si affaccia anche in chi non è troppo avanti con gli anni. Per questo è in costante crescita il numero di persone che, quando si presentano problemi all’anca, sceglie di sottoporsi a un intervento chirurgico. Si sente parlare soprattutto di protesi anca mini invasiva con tecnica robotica, che è ormai un’operazione molto richiesta, visti i benefici rispetto alla tecnica tradizionale.

Soffrire di dolore alle articolazioni rappresenta una gran bella difficoltà, soprattutto perché la sofferenza fisica impedisce alle regolari funzioni motorie del corpo di assolvere al proprio ruolo. Nella maggior parte dei casi, l’anca inizia a dare problemi con l’arrivo dell’artrite o di altri problemi legati agli impedimenti motori del corpo, compresi gli incidenti. Chi soffre di questo disturbo clinico dovrebbe sempre rivolgersi a centri specializzati come la Clinica di San Francesco di Verona, la prima struttura clinica ad aver portato in Europa e in Italia la tecnica mini invasiva robotica per operazioni protesiche ad anca e ginocchio (sia parziali che totali). Prima di tutto, vediamo però quando è il caso di intervenire con una protesi e quando no.

Quando è realmente il caso di pensare alla protesi di anca mini invasiva?


Per la protesi d’anca è necessario un intervento chirurgico. Questa operazione viene presa in considerazione, di solito, quando il deterioramento dell’articolazione coxo-femorale diventa inficiante. In parole povere, quando la situazione dell’anca si aggrava a tal punto da impedire al paziente di svolgere regolarmente le azioni quotidiane, come ad esempio fare una passeggiata o fare sport. Ciò può accadere in caso di artrosi, nella maggior parte dei casi, ma anche quando l’anca subisce un forte trauma, come ad esempio in caso di urti o cadute. Le ragioni per le quali è bene intervenire subito sul deterioramento dell’anca sono tante quanti sono i vantaggi guadagnati dal paziente che si sottopone all’operazione. Grazie all’intervento robotico mini invasivo di protesi di anca, infatti, il paziente solitamente potrà recuperare con grande rapidità le funzionalità dell’anca e riprendere a vivere una vita priva di impedimenti. Anche il fatto che sparisca il dolore è da considerarsi ovviamente un incentivo importante: tutti i problemi relativi all’anca sono infatti causati da un dolore lancinante e cronico, che rende ogni azione impraticabile.

Protesi anca mini invasiva: quanto dura la riabilitazione

Vi farà piacere sapere che la riabilitazione dell’intervento all’anca è molto veloce. La guarigione è incentivata soprattutto dall’assenza di complicanze post-operatorie e anche dalla mancanza di dolore nella fase di degenza. Questo perché la tecnica robotica mini invasiva – che consiste nel ricavare un punto di accesso chirurgico dal lato anteriore della coscia – non presenta particolari complicazioni e non espone il paziente al dolore post-operatorio. Coloro che si sottopongono all’operazione possono riprendere velocemente le attività quotidiane, recuperare le funzionalità motorie in tempi brevi e sconfiggere il dolore fisico. Dopo la fase riabilitativa, il paziente potrà anche riprendere a fare sport. Le attività maggiormente consigliate sono nuoto, bike, camminata e scii. Sconsigliate invece quella del calcio e dell’aerobica, che possono inficiare la prestazione della protesi.

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