L’acufene non è tanto uno dei disturbi più dolorosi dell’orecchio, ma può essere di certo annoverato tra i più fastidiosi. Scopriamone le “cause” principali.
Con il termine medico acufene si intende un disturbo, piuttosto frequente, che consiste nel percepire da una o entrambe le orecchie (o dalla testa) un rumore che, però, in realtà non proviene dall’esterno.
Anche se di solito si sente parlare di fischio all’orecchio il rumore avvertito, costantemente o a intermittenza, può essere di vario genere (come ad esempio un ronzio, un sibilio, un tintinnio, un fruscio, un crepitio, ecc.). E questi diversi tipi di rumori possono presentarsi singolarmente o insieme e a volumi molto differenti a seconda dei casi.
In genere si usa distinguere tra acufene:
- soggettivo (il più comune), quando il rumore può essere ascoltato solo ed esclusivamente dall’individuo stesso che lo percepisce;
- e oggettivo (più raro), quando il rumore può essere ascoltato anche dal medico in quanto è prodotto dall’organismo (è il caso dell’acufene pulsante che va spesso a ritmo con il battito cardiaco).
Nel complesso, si tratta di un fastidio ben tollerato dalla maggior parte delle persone. Tuttavia, quando perdura a lungo nel tempo alcuni individui non riescono a conviverci e le conseguenze di questo mancato adattamento sono significative anche perché, essenzialmente, un vero e proprio rimedio a questo disturbo non esiste, così come resta ancora sconosciuta la sua causa esatta.
La ricerca è riuscita però a evidenziare alcuni fenomeni collegati all’acufene, tra cui troviamo:
- lo stato di salute dell’orecchio
Chiaramente le probabilità di percepire rumori interni aumentano se l’orecchio non è in perfetta salute, ad esempio quando nel condotto uditivo è presente un’infezione o un accumulo di cerume con conseguente riduzione dell’udito.
Proprio per questo motivo tal disturbo, anche se non fa distinzioni di età, è riscontrato maggiormente in età avanzata (a eccezione dei traumi non solo all’orecchio ma anche alla testa e al collo che possono portare ad avere pure vertigini, mal di testa o amnesie).
- l’esposizione a rumori forti
Contrariamente a quanto valeva per il punto precedente, nel caso di forte rumore improvviso o di prolungata esposizione a suoni troppo alti (ossia superiori agli 85 decibel) i soggetti più sensibili sono di certo i bambini. Ad ogni modo rimane valido il fatto che l’acufene colpisce indistintamente tutti.
Dunque, quando possibile, meglio usare tappi per le orecchie o restare a debita distanza ad esempio dalle casse amplificate durante un concerto così da proteggere l’udito evitando di danneggiare irreparabilmente le cellule ciliate che si trovano nell’orecchio interno.
- alcune malattie
Possono presentare l’acufene come sintomo ad esempio la malattia di Lyme, la fibromalgia, la malattia di Mènierè, i problemi alla tiroide (comuni in particolare nelle donne) o le malattie cardiovascolari (tra cui l’arteriosclerosi, le coronaropatie, il soffio al cuore o l’ipertensione).
- L’utilizzo di farmaci
In particolare quelli ototossici (ossia pericolosi per l’orecchio), ma anche quelli che provocano l’acufene come “semplice” effetto collaterale.
Dunque meglio informare di ogni problematica, seppur minima, il proprio medico curante così da permettergli di prescrivere i farmaci più adatti caso per caso evitando spiacevoli conseguenze.
- Alcuni tipi di tumore
È il caso più raro. Talvolta però può accadere che un tumore benigno cresca lentamente nei nervi acustici, vestibolari o facciali, causando non solo acufene, ma anche sordità, paralisi facciale e problemi di equilibrio.
Come accennato, non esiste ancora una cura definitiva per il cosiddetto fischio all’orecchio, ma si potrà trovare sollievo riducendo l’impatto delle cause (appena viste) ad esso correlate, ad esempio:
- ricorrendo all’ausilio di un impianto acustico o cocleare, oppure di mascheratori totali o parziali di rumori;
- rimuovendo il tappo di cerume tramite coni o visite specialistiche;
- curando l’infezione, la malattia o il tumore con specifici trattamenti;
- migliorando le proprie abitudini alimentari (con l’eliminazione di alcool, nicotina, zuccheri e caffeina);
- evitando il troppo stress e la troppa fatica.
In questo modo l’acufene dovrebbe tendere pian piano a diminuire fino a scomparire del tutto. Se, invece, il problema persiste o, ancora peggio, si aggrava tal disturbo può iniziare ad influire davvero negativamente con la vita quotidiana dell’individuo, riducendone la concentrazione e la qualità del sonno, e portandolo persino alla depressione.
Ecco perché è fondamentale l’intervento non solo di un medico o di un audiologo ma anche di uno psicoterapeuta. L’obiettivo principale di quest’ultimo sarà in particolare quello di riuscire a cambiare il modo di pensare del paziente al disturbo per ridurre l’ansia e accettare più facilmente il rumore in modo da renderlo col tempo il più possibile meno invasivo.
Non dimenticate infatti che il pensiero gioca un ruolo fondamentale in molti ambiti dell’esistenza e come sostiene il grande scrittore statunitense Richard Bach:
“Il vostro corpo non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero, e anche il vostro corpo sarà libero”.