Durante l’attesa è possibile osservare il feto muoversi all’interno del pancione grazie all’ecografia. Proprio grazie a questo controllo, fatto periodicamente di routine a tutte le gestanti, si scopre che già a partire dall’ottava settimana circa si iniziano a registrare i primi movimenti dell’embrione, che dopo la nona decima settimana circa si faranno via via più decisi: in questa fase in realtà si tratta ancora di movimenti riflessi o sussulti dell’intero corpicino del nascituro, mentre solo dopo l’undicesima-dodicesima settimana si evidenzieranno specifici movimenti di gambe e braccia. In questi primi mesi, del resto, le dimensioni del piccolo sono ancora troppo ridotte perché la futura mamma possa percepirli, inoltre il liquido amniotico in cui galleggia tende a produrre un effetto ammortizzante.
L’epoca gestazionale in cui i movimenti fetali cominciano a essere riconosciuti dalla gestante cambia a seconda che si tratti di una primipara o di una pluripara. Nel caso di un primo figlio, si può iniziare a percepirli intorno alla ventesima – ventunesima settimana, fase in cui il piccolo ha raggiunto un peso di 4 etti; se invece la donna è già madre potrebbe riconoscerli già dalla diciottesima proprio grazie alla maggiore esperienza.
Se la percezione dei primi movimenti fetali viene paragonata a qualcosa di lieve e vago, come un battito d’ali o un fruscio, dopo la venticinquesima settimana essa diviene più netta diventando talvolta veri e propri colpi. Più spesso, inoltre, capita di sentirli di notte: nel corso della giornata, infatti, l’attività della mamma e la sua maggiore concentrazione sugli impegni tendono ad attenuare la percezione dei movimenti.
Se poi capita di spaventarsi o vivere una forte e improvvisa emozione, non bisogna stupirsi di sentire, nello stesso momento, una sorta di sobbalzo al feto. Dinnanzi a questo genere di stress emotivo, infatti, l’organismo produce sostanze come l’adrenalina che, attraverso la placenta, raggiungono il nascituro provocandone una reazione attiva. In questi casi, è bene sedersi e respirare profondamente e con regolarità per un po’.
Dopo la 36a settimana di attesa, il controllo dei movimenti fetali è anche un metodo per verificare il benessere del feto: in linea di massima se essi sono frequenti segnalano una buona salute, mentre se sono scarsi potrebbero (ma non necessariamente) indicare sofferenza. Per testarli basta contare mentalmente i movimenti attivi del feto: se non se ne sentono almeno 10 entro le 12 ore diurne è bene riferirlo al ginecologo.