Diagnosticare i tumori dell’apparato digerente quando sono ancora in fase iniziale e asportarli senza intervento chirurgico, preservando l’integrità degli organi e consentendo così al malato di continuare a vivere e nutrirsi in modo normale. Oggi questo è possibile grazie a una nuova tecnica che prevede l’utilizzo di un bisturi così piccolo da poter essere inserito nell’endoscopio e raggiungere stomaco, esofago e intestino senza ricorrere all’apertura dell’addome. Il grande vantaggio dell’endoscopia è proprio questo: la possibilità di associare diagnosi e cura in una sola procedura, riducendo i tempi di intervento e di ricovero per il malato.
Per questo in Italia l’endoscopia è sempre più diffusa. Secondo dati raccolti dalla Società Italiana di Endoscopia digestiva, nel 2008 nel nostro paese sono state eseguite più di 800 mila gastroscopie e quasi un milione di colonscopie, un quinto delle quali finalizzato al trattamento di una malattia.
Nei mesi scorsi è stato eseguito il primo intervento italiano per la diagnosi precoce dell’esofago d Barrett, una complicazione del reflusso gastroesofageo. Si tratta di un’infiammazione cronica della parte finale dall’esofago causata dal reflusso dei succhi gastrici che, a lungo andare, fa sì che il tessuto di rivestimento interno dell’organo (epitelio) si trasformi in una mucosa diversa da quella naturale e più esposta a sviluppare il tumore. Per evitare la completa trasformazione dell’epitelio in tessuto tumorale, chi soffre di questa condizione viene sottoposto ogni due – tre anni a un’endoscopia per identificare precocemente le lesioni maligne.
Gli strumenti tradizionali però non sono in grado di individuare tutte le forme displasiche, cioè intermedie tra Barret e tumore. Per questo è stata messa a punto una nuova sonda che, inserita nell’endoscopio, è in grado di analizzare la zona ingrandendola come al microscopio e di effettuare un esame istologico in diretta, evidenziando le cellule maligne in fase ancora molto precoce e non visibili a occhio nudo.
Le aree malate vengono poi asportate, sempre in endoscopia, eliminando il rischio di sviluppare il tumore dell’esofago, una malattia aggressiva e dalla mortalità elevata: attualmente è il nostro tumore più frequente al mondo. La nuova sonda diagnostica è per ora utilizzata solo in pochi centri europei ed esclusivamente, per il momento, a fini sperimentali.
Vediamo alcuni centri in Italia che praticano questa tecnica di endoscopia.
– Bergamo – Ospedali Riuniti 035/269764
– Milano – Istituto clinico Hmanitas – Rozzano – 02/82248282
– Napoli – Unità di gastroenterologia – Ospedale Cardarelli 081/7472233
– Roma – Policlinico Tor Vergata – 06/20903753
Fonte: Come Stai