Riduzione dei gas serra: nuova tecnica di sequestro dell’ anidride carbonica del CNR

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Riduzione dei gas serra: nuova tecnica di sequestro dell’ anidride carbonica del CNR

Gli scienziati del Cnr stanno studiando la tecnica di sequestro mineralogico dell’ anidride carbonica: se c’e’ troppa CO2 nell’ aria che ci avvelena, allora è possibile sotterrarla. Le emissioni di gas serra sono infatti ad oggi uno dei maggiori problemi ambientali che la comunità scientifica e le autorità politiche si trovano ad affrontare.
A riproporlo sono gli scienziati dell’ Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr che hanno avviato differenti studi per il “confinamento” geologico della Co2, una tecnologia che consiste nel catturare l’ anidride carbonica e stoccarla nel sottosuolo.
I cambiamenti climatici in corso hanno portato alla luce la necessità di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica nell’ aria, oltre che quello di studiare possibili metodi per il suo smaltimento.
La tecnica che studiata dal Cnr è quella del sequestro mineralogico, al momento unica tecnica che permette di intrappolare in modo permanente la Co2 all ‘interno di fasi cristalline.

LA NUOVA TECNICA DI SEQUESTRO DELL’ ANIDRIDE CARBONICA STUDIATA DAL CNR
Il sequestro mineralogico di biossido di carbonio consiste in una reazione esotermica favorita a temperature minori di 200 °C tra silicati di magnesio (come serpentino o olivina), contenuti in rocce peridotitiche o serpentinitiche, e Co2, con la conseguente precipitazione di carbonati, come magnesite e dolomite.
Le serpentiniti sono frequenti nella regione alpina e, soprattutto, in quella appenninica. In teoria le rocce di questa tipologia affioranti nella sola regione della Toscana potrebbero sequestrare l’ intera quantità di Co2 prodotta in Italia nei prossimi duecento anni. Inoltre, il processo di carbonatazione, alla base del sequestro mineralogico, può portare allo smaltimento di ingenti quantità di amianto, come ad esempio quello che potrebbe essere estratto dalla costruzione delle tanto contestate gallerie in Val di Susa.
Stime iniziali in Val di Susa prevedono di estrarre dal tunnel di base, dalla parte italiana, oltre 7 milioni di metri cubi di materiali di scavo. Anche in questo caso un’ inertizzazione tramite carbonatazione in presenza di anidride carbonica avrebbe un doppio risultato positivo: da un lato l’ abbattimento di Co2 antropica, dall’ altro lo smaltimento di rifiuti speciali come quelli delle fibre di amianto.

Per Informazioni: www.cnr.it

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