Un’indagine molto precisa permette di studiare le ostruzioni che si formano nei vasi sanguigni: queste informazioni potrebbero aiutare a prevedere le probabilità di un futuro attacco cardiaco
Studiare più in dettaglio le arterie per combattere meglio l’infarto. È quanto si può ottenere dalla Tomografia a coerenza ottica (Oct), una tecnica di indagine molto recente che consente di studiare le placche di aterosclerosi con una precisione mai raggiunta prima. Messa a punto negli ultimi anni, soprattutto in Italia, la Oct si sta diffondendo come esame di routine in molti reparti di Cardiologia e sarà presto sfruttata nell’ambito di una ricerca chiamata Opposites.
Grazie a strumenti precisi come questo, i cardiologi sperano di arrivare a capire, in un futuro non troppo lontano, come e perchè una persona subisce un infarto, al di là dei fattori di rischio generici, e a definire così cure più personalizzate ed efficaci.
Sapere che fumo, colesterolo alto, sovrappeso, diabete, ipertensione, stress eccetera, costituiscono un pericolo per la salute è un’indicazione molto importante per prevenire l’infarto, ma non bastano più. Per esempio, a parità di condizioni (stessa età e sesso, stessi fattori di rischio), può accadere che una persona sia colpita da infarto e un’altra no.
Gli esami che si utilizzano oggi per la prevenzione dell’attacco cardiaco sono:
– la coronarografia che mostra la parte interna di un’arteria coronaria ed è in grado di vedere se si è ristretto a causa di una placca; attraverso un catetere inserito in un’arteria viene iniettato il liquido di contrasto, che permette di visualizzare il calco della placca stesa, ma non la vede direttamente.
– l’ecografia intracoronarica che, grazie a una sonda a ultrasuoni introdotta nell’arteria coronaria, fa vedere una placca aterosclerotica eventualmente presente nel vaso, permettendo di capirne anche la composizione, ma le immagini hanno una definizione limitata.
L’Oct, invece, fornisce informazioni più specifiche rispetto ai due maggiori strumenti di analisi attuali. Il nuovo esame può fornire informazioni molto precise su come sono fatte le placche, sulla loro composizione, su come si comportano dentro le coronarie: questo significa capire meglio in che condizioni si sviluppa un infarto e perchè.