Tra i 4 e i 12 mesi, quasi tutti i bambini identificano un oggetto preferito tra quelli a disposizione: i genere si tratta del classico peluche, di una copertina o di un indumento della mamma, un oggetto morbido e gradevole al tatto che il bebè può manipolare ma anche succhiare, annusare traendone piacere. Man mano ci si accorgerà che il bambino lo cerca sempre più spesso e desidera tenerlo stretto a sé. Di solito, quando non lo trova, il bambino comincia a piangere finchè non gli viene consegnato.
Proprio a questo specifico oggetto, infatti, è stato assegnato dal bambino un particolare valore affettivo che ne fa il cosiddetto oggetto transazionale. Donald Winnicot identificò l’area di transizione nella quale l’oggetto non viene ancora riconosciuto dal bambino come qualcosa di esterno da sé. Ma non è nemmeno più del tutto parte di sé.
Per comprendere il significato di questo concetto è importante sapere che il rapporto del bambino con l’ambiente esterno varia con la crescita secondo questo schema indicativo.
– fino ai 4-6 mesi il piccolo vive in una condizione di profonda simbiosi con la figura materna. Tutto ciò che percepisce del mondo esterno non è per lui che un’estensione dell’entità madre-figlio.
– Dopo i 6-8 mesi inizia ad accorgersi della separazione presente tra sé e la madre come evidenziano le reazioni negative al suo allontanamento che, in genere, cominciano a manifestarsi a quest’età. Parallelamente il piccolo inizia a scoprire anche il resto del mondo altro da sé e gli oggetti che lo compongono.
Nell’arco di questa evoluzione, l’oggetto transazionale, rappresenta appunto una sorta di ponte che permette il passaggio dalla totale dipendenza dalla madre a quella che Winnicot indica come la vera relazione oggettuale.
Mentre il bambino acquisisce la consapevolezza di essere un’entità autonoma e separata dalla madre, trasferisce sull’oggetto prediletto un investimento affettivo e, in questo modo, gli assegna un’importante funzione consolatoria: esso diviene di fatto capace di attenuare la sua ansia di separazione dalla principale figura di attaccamento. L’oggetto transazionale assume in pratica un valore simbolico che gli consente di sostituire temporaneamente il primo oggetto di amore del bambino.