Leah Beth Richards, 13 anni è stata soprannominata “bambina coraggio”: è morta dopo aver chiesto ai medici di interrompere le cure salva vita alle quali era sottoposta da ben 11 anni dopo che le era stato diagnosticato un cancro al rene.
Quando aveva 2 anni i medici dissero alla sua famiglia che la piccola aveva il tumore di Wilms, un tumore al rene che colpisce 70 bambini l’anno nel Regno Unito; un malattia che solitamente lascia delle possibilità di sopravvivenza ma dopo diversi cicli di cure i medici si sono visti costretti a dire alle famiglia della piccola Leah che non c’era più nulla da fare. Già 5 anni fa aveva chiesto di interrompere le cure; i medici si sono opposti arrivando anche a minacciare delle azioni legali.
Alla fine però il desideio di Leah è stato realizzato; la piccola ha incontrato alcune delle sue star preferite come Frank Lampard, centrocampista del Chelsea e l’attrice Catherine Zeta Jones.
Un portavoce della famiglia ha detto:
Siamo devastati Kathryn non riesce a trovare le parole per dire quanto sia doloroso perdere la sua bambina
Approfondimenti sul tumore di Wilms
- Tra l’80% e il 90% dei pazienti riesce a sopravvivere
- Viene diagnosticato di solito nei bambini di età compresa tra i 2 e i 3 anni
- Viene notato un nodulo nell’addome che cresce senza dolore insieme al bambino
Una bambina molto coraggiosa; difficile in casi come questo riuscire ad esprimere un’opionione personale. Credo che solo le persone direttamente colpite siano in grado di dire qualcosa; ora in molti diranno che la piccola ha sbagliato a chiedere di morire. Siamo davvero certi che la sua decisione fosse sbagliata?
Posso solo immaginare le atroci sofferenze che ha dovuto patire e quello che hanno dovuto passare i genitori; decidere di porre fine alla propria vita così presto non penso sia un gesto da incoscienti quanto una richiesta di aiuto per non soffrire più.
Voi, cosa ne pensate?
Renata 17 Febbraio 2012 il 15:46
ho perso da 2 mesi mio figlio di 3 anni di tumore di willms – il tumore non gli ha dato scampo. Si è sviluppato internamente e nessuno non si era mai accorto fino ad una settimana prima che venisse scoperto e poi una corsa di speranza prima a Trieste e poi a Padova ma è spirato e non c’è stato nulla da fare. Capisco il dolore della famiglia e vi sono vicina. Sono con le lacrime agli occhi e mi sento in colpa con quello che è successo. Perdere un figlio è come perdere il senso della vita ed i sogni quei sogni in cui fino a qualche mese fa ti cullavi e ti trovavi protetta e sicura. un abbraccio