Tumore al seno: chi pratica attività fisica ha il 20% in meno di probabilità di contrarlo

di Redazione Commenta

Per difendersi dal cancro al seno meglio tenere pronte tuta e scarpe da ginnastica. “L’ attività fisica è una delle più efficaci armi di prevenzione sia del tumore, che delle recidive. In pratica ha un effetto simile a quello di una pillola, ma senza i costi e gli effetti collaterali”. Parola di Pierfranco Conte, direttore del Dipartimento di oncologia ed ematologia dell’ università di Modena e Reggio Emilia, intervenuto a Orlando al congresso dell’ American Society of Clinical Oncology (Asco), dove una specifica sessione ha indagato sui benefici dell’ attività fisica, confermando le parole dell’ oncologo italiano.

DONNE IN MOVIMENTO, MENO RISCHI
Le donne fanno movimento con regolarità – spiega – riducono del 20% il rischio di ammalarsi di tumore al seno. Un effetto piu’ evidente dopo la menopausa, quando ogni ora settimanale di attività fisica abbassa il pericolo del 6%. Ma anche chi è malata può trarne enormi benefici: 3-5 ore di attività aerobica ogni sette giorni – assicura – dimezzano il rischio di morte per questo tumore“.

LO SPORT CONTRO LE RECIDIVE

Inoltre lo sport è un’ arma anti-recidive, con un effetto “pari a quello delle terapie oggi più utilizzate a questo scopo, ma senza i costi e gli effetti collaterali connessi. Anche dall’ Asco – sottolinea Conte – emerge l’ importanza di sensibilizzare gli oncologi su questo tema. Purtroppo oggi gli specialisti, anche italiani, sono ancora poco consapevoli della rilevanza di questi aspetti e quindi dedicano ancora troppa poca attenzione agli stili di vita, nella prevenzione ma anche come alleati della cura“.

MODIFICARE IL PROPRIO STILE DI VITA
In particolare, uno studio dell’ università di Chicago ha analizzato il cambiamento di abitudini e l’ eventuale ricorso a terapie alternative in donne ad alto rischio di sviluppare tumore del seno. Le persone coinvolte nello studio avevano in media 45 anni, il 30% aveva una mutazione genetica legata al rischio di ammalarsi di tumore e il 33% aveva già fatto i conti con una neoplasia a seno oppure ovaio. Ebbene, quasi una su due (48%) dopo aver saputo di essere a rischio ha modificato il proprio stile di vita, o fatto ricorso a terapie alternative.
Scegliendo l’ esercizio fisico (83%), i massaggi (68%), lo yoga (44%), ricorrendo a vitamina E (38%) o medicina chiropratica (36%).

I piu’ frequenti interventi sono stati: una dieta meno ricca di grassi (15%), esercizio fisico (11%) o meditazione (10%). Ma queste scelte non sono condivise: una donna su due non ne ha mai parlato con il proprio medico. E lui, dicono i ricercatori, non ha mai sollevato l’ argomento, nonostante si trattasse di un gruppo selezionato di donne ad alto rischio. Un altro studio presentato all’ Asco conferma la sottovalutazione da parte di medici e pazienti dell’ importanza di questi aspetti.

CAMBIARE LE PROPRIE ABITUDINI
La ricerca condotta da studiosi della californiana Jackson Foundation, ha indagato su come cambiano le abitudini dopo la diagnosi di cancro al seno. I risultati sono sorprendenti: in questo caso l’ unica modifica significativa è risultata la frequenza con cui veniva eseguita l’ autopalpazione (dal 61% al 72% a un anno dalla diagnosi). Nessun’ altra abitudine delle pazienti è cambiata a 12 mesi dalla diagnosi. Insomma, se le donne a rischio, esaminate nel primo studio, corrono ai ripari in un caso su due, quelle che hanno avuto il tumore sembrano più rassegnate. E si tengono strette le vecchie abitudini. “Sono dati sconfortanti – commenta Conte – soprattutto se si pensa che l’ attività fisica è una delle più efficaci armi di prevenzione sia del tumore, che delle recidive. E questo vale per il seno ma anche per altre neoplasie, come il colon-retto”.

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