Può capitare di dover rinunciare al bagno e di dire addio alla tintarella. In spiaggia si prova imbarazzo e disagio, senza mai separarsi dal pareo. Ma non è tutto: ci si sente deboli, spossate, con l’ umore e la pressione a terra e, spesso, con svenimenti improvvisi. Succede quando le mestruazioni sono troppo abbondanti, un problema che interessa una donna su 5 e diventa vera e propria patologia per una su 20 tra i 30 e i 49 anni. Il disturbo peggiora notevolmente durante la calura estiva e finisce col rovinare le vacanze, se capita durante la fatidica settimana di ferie.
QUEI GIORNI SOTTO L’ OMBRELLONE
Per aiutare le italiane che fanno i conti con flussi abbondanti a gestire al meglio i pesanti fastidi del periodo mestruale, la Società di endoscopia ginecologica (Segi) ha promosso l’ opuscolo ‘Quei giorni sotto l’ ombrellone‘, presentato a Bologna nel corso del Congresso nazionale della Segi. “Parliamo di patologia, tecnicamente metrorragia, quando le perdite eccessive provocano anemia e astenia – spiega Giampietro Gubbini, ginecologo responsabile del progetto Mestop (progetto salva-utero) – Ma accanto a questo gruppo di pazienti esiste un ben più ampio universo di donne con mestruazioni abbondanti che patiscono una limitazione della qualità di vita. Spesso, in questi casi, il disagio viene sopportato come evento fisiologico e inevitabile“.
I RIMEDI CONTRO IL FLUSSO ABBONDANTE
A loro, in particolare, si rivolge l’ opuscolo distribuito ai ginecologi italiani. Una serie di informazioni e consigli a “donne che fino a oggi – sottolinea Gubbini – non si sono poste il problema semplicemente perché non sanno che esistono rimedi efficaci, poco invasivi, che preservano la fertilità e sono totalmente reversibili. Tra questi Mirena, il sistema a rilascio intrauterino di levonorgestrel, raccomandato dalle linee guida del britannico come valida alternativa farmacologica ad interventi chirurgici demolitivi“.
I TRATTAMENTI IMPROPRI
Sono numerose le operazioni inappropriate: delle 70.000 asportazioni dell’ utero praticate nel 2004 in Italia, circa il 60% ha come indicazione flussi mestruali abbondanti. “Ben un terzo delle donne con questo problema viene trattato in maniera impropria – afferma Ivan Mazzon, responsabile del centro di endoscopia ginecologica Arbor Vitae della Clinica Villa Claudia di Roma – Il percorso ‘tipico’ prevede una diagnosi frettolosa o incompleta, una scorretta impostazione della terapia medica, che quindi spesso fallisce, e il successivo ricorso all’ isterectomia“. Proprio per questo il tema è fra quelli più dibattuti al Congresso, che vede riuniti 600 specialisti da tutta Italia: l’ obiettivo è informare le donne, ma soprattutto sensibilizzare i professionisti sulle nuove possibilità terapeutiche e i corretti percorsi di diagnosi e cura.
L’ ECCELLENZA IN EMILIA-ROMAGNA
L’ Emilia Romagna è fra le prime Regioni ad aver riconosciuto la gravità del problema e ad aver attivato progetti ad hoc. “Il percorso assistenziale per la paziente con metrorragia, realizzato dal Dipartimento materno infantile dell’Ausl di Modena prevede l’integrazione tra medici di medicina generale, nuclei di cure primarie, ginecologi di libera professione, consultori familiari e unità ospedaliere di ginecologia ed ostetricia“, spiega Giuseppe Masellis, direttore del dipartimento bolognese. L’ obiettivo è favorire la diagnosi precoce e ridurre gli interventi demolitivi e invasivi: i primi risultati verranno misurati fra un anno. Parallelamente la Regione Emilia Romagna ha incluso Mirena nel prontuario terapeutico regionale.