Boom di malattie sessuali fra i 30 e i 45 anni. I casi sono in aumento in tutti i Paesi occidentali, Italia compresa, non per una maggior precocità sessuale dei più giovani, ma per i comportamenti disinibiti degli adulti che viaggiano di più, hanno più occasioni di incontro e si lasciano andare a rapporti non protetti. A lanciare l’ allarme sono gli andrologi della Sia (Società italiana di andrologia).
LA CHLAMYDIA
“In Europa, dal 2000 ad oggi, si è osservato un notevole incremento dell’ incidenza della malattie sessualmente trasmissibili, prime fra tutte Chlamydia, sifilide con un numero di casi raddoppiato rispetto a 9 anni fa, e Aids con circa 4.000 nuove infezioni l’ anno – spiega Vincenzo Gentile, presidente della Sia – Questo ci deve far riflettere, soprattutto sulla necessità di fornire informazioni adeguate ai nuovi target. Perché a esserne più colpiti non sono gli adolescenti, ma i trentenni e quarantenni“, sottolinea.
LA CRISI DELLA FAMIGLIA TRADIZIONALE
“Un innalzamento dell’ età che forse va collegato al fatto che la famiglia tradizionale negli ultimi anni è entrata in crisi: per i nuovi single, reduci da separazioni o divorzi, si moltiplicano le occasioni d’ incontro, le storie diventano più brevi e instabili e aumentano i rapporti occasionali a rischio“. Nel nostro Paese 19 casi di malattie sessualmente trasmissibili su 20 riguardano individui al di sopra dei 25 anni, la generazione ‘Sex and the City’. Secondo gli andrologi italiani, a rendere ancora più attuale il problema contribuiscono i numerosi viaggi all’ estero e l’ immigrazione verso l’Europa, in particolare dai Paesi dell’ Est e dall’ Africa, regioni in cui l’ incidenza delle malattie sessuali è 100-150 volte più alta che nell’ Europa occidentale.
20 PATOLOGIE A RISCHIO
“L’ elenco comprende oltre 20 patologie causate da batteri, virus e parassiti – evidencia Aldo Franco De Rose, andrologo della Sia – Un maschio su 3 è affetto da condilomi ano-genitali, uno su 10 dall’ herpes genitale o da un’ infezione da Chlamydia, uno su 5 ha un’ uretrite batterica. Dati significativi che, secondo l’ Istituto superiore di sanità, portano a oltre 100 mila visite specialistiche l’ anno. La responsabilità principale è da attribuire al non utilizzo del preservativo, l’ unico strumento con cui è possibile fare prevenzione“.
L’ USO DEL PRESERVATIVO
Lo dimostrano i risultati di uno studio realizzato da De Rose in due città, Genova e Roma, su una popolazione di 1.872 maschi e 482 donne. Il 45,4% dei maschi e il 17,5%% delle donne aveva avuto rapporti occasionali, e di questi oltre il 18,4% (20% donne e 18% uomini) non aveva utilizzato il preservativo. Approfondendo i dati per fasce d’ età, quasi un uomo su 3 tra i 31 e i 45 anni aveva avuto rapporti sessuali occasionali senza l’ uso del preservativo (31,4%), rispetto al 18,5% tra i 46 e i 55 anni e al 13% tra i 56 e i 65 anni. Tra i giovani dai 18 ai 30 anni, a sorpresa, il 72% dei maschi e l’ 80% delle femmine aveva preteso l’ utilizzo del profilattico nei rapporti occasionali. Infine, il 18% degli uomini e il 2% delle donne che avevano avuto rapporti senza alcuna protezione hanno avuto infezioni da Chlamydia, gonorrea, candidosi, Papillomavirus e Hiv.