Troppo lavoro, impegni eccessivi, e poi le normali incombenze quotidiane: strozzati dalle cose da fare dormiamo sempre meno; ma la moderna “generazione senza riposo” potrebbe trovare una soluzione al sonno perso. Infatti, ricercatori Usa hanno scoperto come eliminare gli effetti deleteri della carenza di sonno sulle performance mentali. Resa nota sulla rivista Nature, la scoperta lascia presagire la possibilità futura di una “pillola del riposo” che ci fa sentire riposati anche quando non c’ é tempo per dormire.
LO STUDIO SUGLI EFFETTI DELLA MANCANZA DI SONNO
Condotto su topolini, lo studio è stato diretto da Ted Abel dell’ Università della Pennsylvania a Philadelphia. Gli esperti si sono accorti che, quando i topolini dormono meno, nel loro ippocampo, circuito cruciale per apprendimento e memoria, aumentano i livelli dell’ enzima PDE4 e diminuiscono quelli di una molecola importantissima per memorizzare nuove informazioni, cAMP. Riducendo PDE4 sperimentalmente, cAMP aumenta e i topi non risentono del sonno perso, conservando normali performance mnemoniche e di apprendimento. Il sonno è un momento irrinunciabile per il nostro cervello; sono infatti numerosissimi gli studi che hanno dimostrato che perdendo ore di sonno le nostre capacità cognitive, di memoria e concentrazione scemano.
GLI STUDI IN SCIENZA DEL SONNO
Addirittura, uno studio di Elizabeth Gould della Princeton University pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze PNAS ha dimostrato che dormire poco restringe il cervello, riducendo il numero di neuroni dell’ ippocampo. Gli italiani Chiara Cirelli e Giulio Tononi, esperti in scienza del sonno presso la University of Wisconsin School of Medicine, hanno dimostrato invece che il sonno è il momento per riordinare ricordi e conoscenze formate durante il giorno. Nella società moderna, quindi, in cui dormire spesso diventa un optional e la vita frenetica impone una costante carenza di sonno, sottoponiamo continuamente il nostro cervello a perdita di funzionalità.
Ecco quindi che trovare un modo per dormire poco senza risentirne potrebbe essere una soluzione almeno per superare momenti particolarmente stressanti e impegnativi della vita, oppure per le persone che soffrono di insonnia.
RELAZIONI TRA SONNO E RICORDI
Gli esperti hanno cercato questa possibilità nel cervello di topolini e hanno visto che quando si toglie loro il sonno, nell’ippocampo un circuito molecolare va in tilt: l’enzima PDE4 aumenta in modo eccessivo, provocando la riduzione della molecola cAMP indispensabile alla formazione di nuove sinapsi, cioé le giunzioni di comunicazione tra neuroni. La formazione di sinapsi è il meccanismo per formare e saldare i ricordi; se le sinapsi non si formano i ricordi non si consolidano e vengono persi.
Infatti quando i neuroscienziati hanno ripristinato le condizioni molecolari normali dell’ ippocampo riducendo i livelli di PDE4, cAMP è nuovamente aumentato e alcuni degli effetti cognitivi e di memoria tipici della deprivazione di sonno sono scomparsi nei topolini. Imparando a modulare la concentrazione di PDE4, quindi, si potrebbe forse creare una “pillola anti-sonno” e aiutare tutte quelle persone che, sofferenti di insonnia, vivono un perenne deficit mnemonico e cognitivo.