Il desiderio di molte donne è quello di rifarsi il seno. Quante di noi l’hanno pensato almeno una volta guardandosi allo specchio? La nuova frontiera per realizzare questo sogno si chiama lipofilling che, a differenza di altre tecniche chirurgiche costose e invasive, utilizza il grasso delle cosce, della pancia e dei glutei iniettato nel seno. In sintesi, il riciclo del proprio grasso corporeo per trasferirlo nelle mammelle.
Ma non tutto è oro quel che riluce, si usa dire, infatti, gli esperti vogliono dire la loro sugli interventi di lipofilling che stanno notevolmente aumentando negli ultimi tempi, non tanto in Italia, quanto negli Stati Uniti. Il problema principale è che non ci sono ancora dati sufficienti per potere stabilire se, con l’andare del tempo, potrebbe intervenire sulla prevenzione del cancro al seno.
Sembra invece appurato che il grasso trasferito da una zona all’altra del corpo resiste al tempo solo se contiene molte cellule vitali, questo il motivo per cui, prima di essere iniettato nelle mammelle, viene modificato con l’aggiunta di cellule staminali. I risultati del lipofilling non sono immediati, ci vorranno almeno due mesi per assorbire il grasso, per stabilizzarsi nel corso dei sei mesi successivi. Si potranno aumentare massimo due taglie, ma, dicono gli esperti, alcuni chirurghi esagerano ed arrivano ad iniettare anche 1 chilo di grasso per lato.
Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva, estetica e microchirurgia presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, spiega quali sono i motivi dell’allarme:
“Molte donne sane potrebbero avere alcune cellule tumorali dormienti, ancora non invasive, che magari rimangono tali per anni o per sempre, oppure no. Ogni anno, infatti, in Italia si ammalano di tumore al seno 100 donne ogni 100.000. Per questo ogni tecnica e metodica chirurgica riguardante il seno andrebbe prima studiata a lungo e poi applicata in modo rigoroso, scientifico e prudente”.
Non essendoci risultati accertati sui rischi del lipofilling, Riggio illustra cosa potrebbe succedere:
“I rischi potenziali sono di due tipi, quelli benigni, noti da tempo ai chirurghi e proporzionali alla quantità di grasso inserito e alla zona del seno da riempire che se sbagliata può produrre cisti, granulomi, macrocalcificazioni e deformazione. E poi ci sono rischi sconosciuti, ovvero non ancora studiati, che concernono però quei lipofilling dove si concentrano volutamente fattori di crescita e cellule staminali potenziate. Ma le staminali adulte presenti nel grasso rappresentano solo l’1-5% del totale e non ci sono studi scientifici seri in grado di rassicurare sulla possibilità che queste cellule stimolino anche la crescita dei tumori negli anni successivi”.
Photo credit: Certified Plastic Surgeons su Flickr