La menopausa è un meccanismo naturale. Non è facile invertire questa legge biologica, ed è un errore credere che le donne in menopausa possano contrastare la mancanza di desiderio con la terapia ormonale sostitutiva. Anzi, molte donne che usano i contraccettivi ormonali (in genere gli stessi della TOS vanno incontro ad un calo del desiderio). Lo ha rivelato uno studio nordamerino su un gruppo di donne in cura per disturbo da dediderio ipoattivo con la terapia sostitutiva.
I risultati rilevano che tra le donne in menopausa con problemi di calo del desiderio, circa il 50 per cento ha problemi di eccitazione, il 42 di lubrificazione e il 40 entrambi. Per le donne in post menopausa chirurgica sono efficaci gli inibitori selettivi del reuptake della seratonina e i cerotti al testosterone, che hanno però l’effetto collaterale di virilizzare la donna. Queste due terapie sono consigliate solo (o prevalentemente) per le donne senza utero.
Per la scarsa lubrificazione vanno preferiti i trattamenti ormonali in vagina, rispetto a quelli orali, che sono efficaci solo in dosi elevate, aumentano i rischi per la salute. E se il dolore durante il rapporto sessuale e la difficoltà di raggiungere l’orgasmo sono conseguenze del parto, tipo il prolasso uterino, le fibre muscolari del pavimento pelvico dannaggiate si possono riscostruire con un intervento chirurgico.
Per trovare una soluzione ai problemi sessuali femminili è necessario arrivare alla diagnosi corretta. I disturbi possono avere cause organiche, come alterazioni ormonali, oppure dipendono da malattie come fimosi clitoridea, un disturbo provocato da una specie di mantellino che ricopre il glande del clitoride e impedisce di raggiungere l’orgasmo.
La stessa difficoltà è causata dalla malattia di Lichen, che fa ispessire la mucosa vulvare. Questa patologia si cura con terapie locali a base di ormoni, cortisone o cellule staminali, ma nei casi gravi si asporta chirurgicamente il tessuto. Anche il rilassamento dei muscoli pelvici dopo il parto può rendere poco piacevoli i rapporti sessuali e impedire l’orgasmo.
Il calo del desiderio, infine, può dipendere da situazioni psicologiche. Il GSA, un analizzatore che aiuta a identificare e diagnosticare correttamente le disfunzioni sessuali femminili, con stimoli termici, caldi e freddi, e vibrazioni su aree dei genitali esterni e della vagina provoca reazioni che vengono registrate ed elaborate da un software. La lettura dei grafici permettere di capire dove sia il problema. L’esame GSA si può effettuare in due soli centri in Italia, al Centro Specialistico Minerva di Roma o al San Raffaele di Milano.
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