Il titolo potrebbe sembrare allarmistico, ma questo è quanto potrebbe accadere secondo l’articolo pubblicato sulla rivista “New Scientist” il cui autore è Carel le Roux, endocrinologo all’Imperial Weight Centre di Londra. Lo specialista sostiene che la presunta modificazione del cervello avverrebbe, il condizionale è d’obbligo, in conseguenza di un intervento chirurgico dell’obesità che, nei casi di grande obesità, induce alla riduzione delle quantità di cibo ingerito o il suo assorbimento.
L’intervento sullo stomaco e sull’intestino, alterano il cervello che, educato a mangiare meno, porta alla riduzione del peso che dura nel tempo. Effetto che non si ottiene con qualsiasi regime alimentare, anche il più rigido, Infatti, una volta raggiunto il peso forma, la tendenza è quella di ritornare, gradatamente, alle vecchie abitudini alimentari. È difficile riuscire a cambiare radicalmente il proprio stile di vita, niente è permanente, dunque, una volta persi i chili in eccesso, si torna a consumare cibi grassi e calorici.
La chirurgia bariatrica, questo il termine tecnico degli interventi chirurgici dell’obesità, a prescindere che si ricorra a bendaggio gastrico, bypass intestinale o qualsiasi altra tecnica, porta il cervello a cambiare gusti e a rifiutare i cibi che, nella fase pre intervento, si prediligevano, in particolare zuccheri e grassi. In pratica l’intervento cambia il rapporto fra cervello e cibo.
Stando agli esiti degli esperimenti, effettuati solo sui topi, questo va precisato, gli animali hanno cambiato radicalmente le loro abitudini alimentari. Non è una questione psicologica, bensì fisiologica. Dopo l’intervento chirurgico dell’obesità, entrano in gioco gli ormoni del sistema digestivo. Semplificando le spiegazioni scientifiche, l’intervento modifica la produzione degli ormoni dell’appetito (specie la grielina) e quelli della sazietà (i peptidi GLP-1, YY e PYY), in modo tale che i secondi prevalgono sui primi.
Gli esperti spiegano che, dalle risonanze magnetiche cerebrali effettuate sugli obesi, risulta che i centri nervosi alla vista di una torta o di un big burger si vivacizzano, cosa che non succede dopo quattro giorni dopo l’intervento. Questo significa che la chirurgia ha funzionato, per contro, alcuni soggetti che hanno subito l’intervento, lamentano qualche problema cognitivo, prevalentemente si tratta di difficoltà di concentrazione, problemi di memoria a breve termine, difficoltà a trovare le parole giuste e, infine, alterazioni del gusto.
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