Dopo la clamorosa decisione australiana, ci si chiede se i pacchetti anonimi arriveranno anche in Italia. Una legge sul fumo che, secondo gli esperti, dovrebbe scoraggiare i fumatori. Parliamo dei pacchetti di sigarette, naturalmente, sui quali da anni mostra a caratteri cubitali i danni che potrebbe arrecare il fumo. Per quanto allarmante, però, non sembra aver sortito gli effetti desiderati, si continua a fumare, con l’aggravante, soprattutto fra i giovani, di abbinare il consumo di alcol.
C’era da aspettarsi che le multinazionali reagissero, e così è stato. Si ritorna indietro di qualche anno quando i colossi del tabacco volevano negare che buona parte dei tumori sono legate al fumo. Anche in questo caso le reazioni sono identiche, si affrettano ad affermare che non ci sono prove scientifiche che trovare dal tabaccaio pacchetti anonimi aiuti la lotta al tabagismo.
Le ricerche pubblicate, però, dimostrano il contrario, sembra che le foto forti sui danni che il fumo può provocare, unitamente all’aumento dei prezzi, siano un deterrente per i fumatori, anche per i più incalliti. Così vuole spiegare spiega Giacomo Mangiaracina dell’unità di Tabaccologia della Sapienza di Roma, favorevole all’arrivo dei pacchetti anonimi anche in Italia:
La soppressione del logo ha un impatto forte sui fumatori, basti pensare a come il brand influisce sull’immagine delle sigarette ad esempio nei film. Queste strategie sono molto migliori delle scritte, che non fanno paura a nessuno e anzi sono una “foglia di fico” per le aziende, permettendo loro di dire che i tabagisti sono avvertiti.
Una ricerca pubblicata il 7 agosto sulla rivista “Addiction”, certifica che gli adolescenti sono maggiormente attratti dalle controindicazioni del fumo con i pacchetti anonimi. Un’altra ricerca ha dimostrato che i pacchetti “generici” funzionano meglio anche delle foto choc. Una ricerca inglese dell’università Stirling, che risale al 2011, ha concluso che il pacchetto senza il marchio, quello che fa più o meno tendenza, non fa sentire i fumatori in linea con il trend del momento, chi invece non ha mai fumato, non prova attrazione per le pericolose “bionde”.
Insomma, il packaging, sortisce i suoi effetti, un marchio conosciuto, un pacchetto ben confezionato, più indurre in tentazioni, non fa tenere in considerazione i danni del fumo. L’Organizzazione mondiale della sanità ha definito “storica” la decisione australiana, ed ha lanciato un appello affinchè siano in molti a seguirne l’esempio dei pacchetti anonimi.
I pacchetti anonimi arriveranno anche in Italia? Pare che ci si stia muovendo in questo senso, una sorta di legge sul fumo c’è già, se ne discuterà la prima settimana di settembre. Ignazio Marino, del Pd, sostiene che l’esempio australiano sia da seguire. La lotta al fumo deve continuare, afferma, quel che più conta è scoraggiare soprattutto i più giovani con il pericolo abbinamento fumo alcol:
La legge che abbiamo promosso mira proprio a questo, e tra le altre cose prevede il divieto di vendita sotto i 18 anni e l’introduzione di un “bugiardino” con la lista delle 40 sostanze contenute nelle sigarette di cui è stata già provata la cancerogenicità (come vinile, cadmio, piombo, ammoniaca, ammine aromatiche, benzopirene, acido cianidrico). Se poi il relatore della legge, il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presenterà un emendamento per intervenire sui pacchetti io sono assolutamente favorevole.
Photo credit: LucyHurst su Flickr