La burocrazia italiana è ben conosciuta e, in questo inghippo, cade anche la pillola dei 5 giorni dopo, questo il banale motivo per cui i ginecologi non la prescrivono. Essendo maestri nell’arte di complicare le cose, a sei mesi dall’arrivo, la pillola di emergenza, resta solo qualcosa che rimane scritto sulla carta fra le ipotesi che si potrebbero concretizzare, ma forse no.
Il motivo fondamentale che spinge il ginecologo a non prescrivere la pillola dei 5 giorni dopo, è semplice. Per assumere il contraccettivo di emergenza a base di ulipristal acetato (UPA), è obbligatorio il test di gravidanza su beta-Hcg. E così, come gli italiani sono bravi a complicare le cose, altrettanto velocemente le semplificano, ed ecco che ben 7 ginecologi su dieci non la prescrivono, nonostante ne riconoscano la superiorità rispetto ai farmaci precedenti.
A evidenziare la situazione è stata una ricerca realizzata da Datanalysis per conto della Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC). Sono stati intervistati 200 ginecologi sparsi su tutto il territorio nazionale. Emilio Arisi, presidente della società, ha spiegato i dati dell’indagine:
Questi dati confermano quanto avevamo già paventato prima della decisione assunta dall’Aifa di inserire l’obbligatorietà del test su beta-Hcg nelle modalità di impiego del nuovo farmaco, ossia che questo avrebbe rappresentato un rischio concreto di inaccessibilità o comunque di difficoltà e ritardo nell’accesso alla contraccezione d’emergenza. Un’anomalia tutta italiana che sta penalizzando in primis le donne che devono sottoporsi a un test, spesso non necessario, per poter ricevere un farmaco che risulta, comunque, più efficace delle precedenti formulazioni. Se viene utilizzato nelle prime 24 ore dal rapporto a rischio di gravidanza non desiderata, è tre volte più efficace delle precedenti preparazioni a base di levonorgestrel, e comunque lo è due volte di più nelle prime 72 ore.
La tempestività, ovviamente, è l’ingrediente fondamentale per assumere la pillola dei 5 giorni dopo e, conoscendo tempi e metodi italiani, è un obiettivo molto difficile da raggiungere. Questa abitudine tutta italiana, porta le vendite del prodotto a livelli decisamente inferiori rispetto alla più aggiornata Germania.
In terra teutonica, infatti, le leggi non cambiano sostanzialmente da quelle di casa nostra, l’unica differenza, fondamentale peraltro, è il diritto di accesso alla pillola dei 5 giorni dopo senza l’obbligo del test di gravidanza. Questo porta a numeri diversi, in Germania, in cinque mesi, ne sono state commercializzate 13 mila confezioni, in Italia siamo a quota 4.500, dato riscontrato al 2 aprile scorso.
Di sistemi contraccettivi il mercato italiano ne offre molti, la pillola anticoncezionale, con vantaggi e svantaggi, è la più richiesta. Ci sono metodi adatti ad ogni età e ogni esigenza, si dice anche che la pillola anticoncezionale faccia vivere più a lungo. Punto fermo per accedere alla pillola anticoncezionale è comunque che ci si rivolga al ginecologo per stabilire quale sia l’esatto dosaggio per la vostra necessità.
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