Oggi chi soffre di epatite può tenere sotto controllo la malattia con un piccolo prelievo del sangue, evitando gli esami più fastidiosi: una semplice analisi del sangue permette di valutare la salute del fegato evitando la biopsia, con tutti i disagi che questo esame comporta. Un bel vantaggio per chi soffre di epatite C e deve monitorare l’ evoluzione dell’ infezione per verificare che non degeneri in malattie più gravi. L’ epatite C in Italia riguarda più di un milione e mezzo di persone. Spesso la malattia rimane silente per anni o addirittura decenni, senza dare sintomi. A volte invece può causare la cirrosi epatica o addirittura il tumore al fegato. L’ Unità di gastroenterologia ed etologia dell’ Ospedale Umberto I di Mestre (tel 0412607644) è il primo centro ad aver sperimentato il nuovo test. Finora l’ unico sistema per valutare l’ estensione del problema era la biopsia, cioè il prelievo (con un ago sottilissimo e sotto guida ecografica) di un campione di tessuto da far analizzare in laboratorio. Un esame invasivo che richiede un giorno di ricovero in ospedale. Ma adesso in quasi l’ 80% dei casi si può evitare grazie al nuovo test. Solo quando il risultato del Fibro-test lascia qualche dubbio bisogna ricorrere alla biopsia per analizzare direttamente i tessuti. L’ efficacia del Fibro-test (si chiama così il nuovo test non invasivo) è stata confermata da uno studio concluso dall’ équipe dell’ ospedale di Mestre in collaborazione con l’ Università di Padova. Si esegue un normale prelievo del sangue. I dati ottenuti, come i valori della bilirubina e di altri parametri, vengono inseriti dal biologo che ha analizzato il campione in un particolare programma che li elabora e li combina tra loro fornendo immediatamente il risultato. Naturalmente l’ esito deve essere valutato dallo specialista. Il test ha un’ affidabilità simile a quella della biopsia: vicina al 95%. Potendo ripetere l’esame anche un volta all’ anno si ha la certezza di curare subito e bene il fegato.
L’ importanza della prevenzione
Secondo le statistiche, chi è stato contagiato dal virus dell’ epatite C ha 20 probabilità su 100 di ammalarsi di cirrosi, che a sua volta può degenerare in un tumore nel quattro per cento dei casi. Per questo è fondamentale tenere sotto controllo l’ evoluzione dell’ epatite. La prima spia è la presenza e l’ accumulo di fibrosi nei tessuti: significa che c’è un’ infiammazione in corso. I tessuti epatici sono tenuti insieme da una specie di impalcatura, chiamata matrice, che permette i normali scambi tra le cellule. Nel fegato sano la matrice è formata da una trama molto leggera e delicata. In caso di fibrosi si presenta molto più indurita, come se fosse solcata da tante cicatrici. Con il passare del tempo, se la fibrosi si aggrava, il fegato non riesce più a svolgere le sue funzioni.
Il Fibro-test non è per il momento rimborsabile. Si può eseguire in alcuni grandi centri come l’ Ospedale Riguarda Ca’ Granda di Milano (tel 0264442396) e all’ Ospedale Le Molinette di Torino (tel 0116336397).
Una lista completa di centri privati in cui si effettua il test, è presente alla voce “laboratori” sul sito: www.biopredictive.com/it
A cura di Manuela Torregiani
Epatite C: il nuovo fibro-test che fa bene al fegato
di 31 Marzo 2008Commenta