Vizio del fumo, ecco come nasce la voglia di una sigaretta! È una domanda frequente per i fumatori, perchè nasce la voglia irrefrenabile di tenere fra le mani quella ‘bionda’? Ce ne rendiamo conto, fa male, ma rinunciare è difficile. Ogni occasione è buona per fumare, dal lavoro impegnativo al momento di relax dopo aver bevuto il caffè.
La risposta alla domanda arriva da un team di ricercatori della McGill University che ha scoperto come nasce quella irresistibile voglia di una sigaretta. Tutto parte dal cervello dove ci sono aree in cui si innestano alcuni meccanismi chimici che scatenano la forte necessità di fumare.
In più, gli esperti spiegano che la stimolazione magnetica transcranica (TMS) potrebbe intervenire fattivamente sul desiderio di fumare. La scoperta parla anche italiano, infatti, fra gli scienziati c’è anche il neurologo italiano Antonio Strafella della McGill University, originario della provincia di Lecce che vive in Canada da oltre 12 anni.
I risultati dello studio sono stati pubblicati su Pnas, e si scopre così che, il semplice accendere una sigaretta e portarsela alla bocca, nasconde in realtà un complicato meccanismo che si attiva nel nostro cervello. Come nei tossicodipendenti, anche in quello dei fumatori, il desiderio viene alimentato sia da stimoli che ricordano la sostanza (il pacchetto di sigarette, ad esempio), sia dalla disponibilità immediata della sostanza stessa. Le aree cerebrali parlano fra loro, ed ecco scattare la voglia di fumare.
Gli scienziati hanno coinvolto 10 volontari che sono stati stimolati al fumo, anche senza la disponibilità immediata di una sigaretta. Nella corteccia prefrontale (la parte del cervello dalla quale parte l’autocontrollo e la capacità di prendere decisioni) si innesta il desiderio di fumare ma riesce a controllarlo. Nel caso in cui la sigaretta fosse subito disponibile, è la corteggia orbito frontale ad avere la meglio, così parte la voglia di fumare.
La soluzione per rendere meno attiva la parte del cervello che trasmette la voglia di fumare c’è: la stimolazione magnetica. Secondo gli esperti, sarebbe in grado di ridurre il desiderio e non consentirebbe a quella parte del cervello che vuole fumare di attivarsi, anche quando la sigaretta è a portata di mano.
Il dottor Strafella ritiene che sia una possibile terapia contro tutte le dipendenze di qualsiasi genere:
La TMS è attualmente impiegata in diversi studi clinici per testare possibili effetti terapeutici in diverse malattie neuropsichiatriche e forme di dipendenza; potrebbe essere utile a ridurre l’intensità del desiderio che porta a fumare o a far uso di altre droghe.
Photo credit: Elvert Barnes su Flickr