Per guarire occorre una diagnosi precoce ma, una volta scoperto, per il tumore all’ovaio è fondamentale la collaborazione fra gli specialisti che devono lavorare fianco a fianco. Questo è quanto è stato discusso oggi dalle varie associazioni che per la prima volta si sono riunite: AIOM e SIGO anche la SIOG (Società di oncologia ginecologica).
Otto diagnosi di tumore all’ovaio su 10 giungono quando il cancro è ormai in fase avanzata, in questi casi, c’è purtroppo solo il 30 per cento di pazienti che sopravvivono, al contrario di quel che accade se il tumore all’ovaio viene scoperto in tempo. Allo stadio iniziale, infatti, la probabilità di vincere il cancro raggiunge il 90 per cento.
Le associazioni si sono riunite quest’oggi in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro. I professori intervenuti, hanno evidenziato che, al contrario di quanto avviene per i tumori alla mammella, il tumore all’ovaio è ancora sottovalutato:
In Italia siamo all’avanguardia nella gestione di queste pazienti, ma registriamo una scarsa comunicazione fra ginecologo e oncologo e le altre figure chiave coinvolte e non abbiamo percorsi condivisi, al contrario di quanto accade per altri tumori, come quello della mammella. Partendo da questa base e sollecitati dai nostri stessi soci, come società scientifiche ci siamo riuniti ed abbiamo elaborato un documento ufficiale con proposte concrete per favorire la creazione di veri e propri team collegiali.
Il tumore dell’ovaio rappresenta il 3 per cento del totale delle neoplasie femminili, il decimo più diffuso tra le donne, ma rientra tra le prime 5 cause di morte nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni. Per una malattia così complessa, è fondamentale che le associazioni si parlino per salvare tante vite.
Photo credit: Rusty Clark su Flickr