Pausa pranzo alle terme o al massimo nei centri benessere, per staccare la spina e cercare di combattere lo stress, lo stesso che può avere effetti negativi sul proprio rendimento al lavoro e sulla qualità della vita. Aumentano gli italiani che dicono addio, almeno per un breve periodo, a cibo da fast food e code stancanti al bar per poi gustare cibi carichi di calorie. Uno spuntino, invece, basta, l’importante è uno stacco rigenerante, anche se lungo solo meno di un’ora. E’ chiaro che tale tipo di alternativa è concesso solo a chi si trova a breve distanza dai centri termali o alle strutture dedicate al benessere in generale, in continuo aumento dopo il boom registrato negli ultimi anni.
Un tempo, durante la pausa pranzo, c’era solo la palestra, ora anche massaggi e terme, al punto da dire no in qualche caso pure alla mensa aziendale o alla tavola calda, optando per una dieta molto leggera che possa tra l’altro far perdere i chili accumulati duranti l’inverno. Agli idromassaggi e all’acqua tiepida, si associano saune e tisane e il corpo ne risente piacevolmente.
Ricerche recenti che hanno interessato un ampio campione di persone, uomini e donne, dai 28 ai 55 anni, non hanno lasciato spazio a dubbi. Meno della metà degli intervistati ha anche detto che il relax, per chi può permetterselo per vicinanza e costi, vale molto di più delle proposte del dopolavoro, della compagnia dei colleghi e di un pranzo ben ricco. Il benessere psicofisico, insomma, prima di tutto e l’orario più richiesto è proprio quello della pausa pranzo, al contrario le strutture sono piuttosto vuote di prima mattina e in tarda serata. Dopo una intensa mattinata di lavoro e con la prospettiva di continuare per tutto il pomeriggio, la necessità di cambiare aria e riprendersi è diventata nel tempo assolutamente indispensabile. Via cellulare, pc e consorti: c’è tempo finalmente per se stessi e all’estero lo hanno capito anche prima di noi. In Paesi come la Francia, addirittura nella pausa pranzo si può scegliere la talassoterapia sull’oceano.
Photo Credit: Donatella Cinelli Colombini su Flickr