La sigaretta elettronica non è cancerogena. Non contiene tabacco e non c’è combustione di carta e tabacco, ragion per cui non provoca danni irreversibili. Lo ha sottolineato anche l’oncologo Umberto Veronesi, riferendosi alle sigarette elettroniche che presentano le massime garanzie tecniche, in commercio solo nelle farmacie e con il marchio CE (di conformità del prodotto alle disposizioni comunitarie europee).
Restano, tuttavia, numerosi quesiti aperti a riguardo della potenzialità e dei rischi della sigaretta “tobacco free”, ovvero la sigaretta elettronica che è priva di tabacco. Proprio il contenuto della e-cig, infatti, è l’altro punto cruciale della questione: da tempo gli esperti evidenziano l’importanza di conoscere con esattezza, al fine di poter valutare le conseguenze sulla salute, cosa contengono i vari prodotti e, soprattutto, di effettuare una netta distinzione tra quelli che contengono tabacco e quelli che invece non ne contengono.
Veronesi ritiene che, nella lotta contro il fumo, tali dispositivi possano configurarsi come un valido ausilio per chi desidera uscire dalla dipendenza. Tuttavia, non devono certo essere ritenuti né un palliativo per tutti né un passatempo, ma uno strumento che può essere utile nel processo di disassuefazione dal fumo dal momento che agisce essenzialmente sulla gestualità, che è uno degli elementi principali della dipendenza psicologica dal fumo. Uno strumento che si deve comunque inserire in un percorso di disassuefazione che coinvolge prima di tutto il paziente con la sua volontà e poi un medico specialista che lo supporti.
Attualmente sono ancora pochi gli studi che misurano l’efficacia delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo. La questione, pertanto, rimane ancora aperta e proprio in questi giorni se ne discute presso i principali centri specializzati.