Sono questi i risultati di uno studio condotto da due sociologhe statunitensi, la prima, la Dott.ssa Linda Waite, proveniente dal Center on Aging dell’Università di Chicago, e la seconda, la Dott.ssa Mary Elizabeth Huges della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.
Secondo le due ricercatrici, che per il loro studio hanno raccolto dati forniti da una copiosa serie di interviste realizzate nel 1992 a 8562 persone di età compresa tra i 51 ed i 61 anni, coloro che perdono il coniuge, in seguito a divorzi o al decesso del partner, sono del 20% più a rischio di contrarre gravi disturbi di carattere fisico, tra i quali malattie cardiache, diabete o tumori.
Le persone che hanno rapporti coniugali, soprattutto se buoni, vivono più a lungo, soffrono meno di mal di schiena, mal di testa, di stress psicologico e di depressione. Se il rapporto si interrompe per la morte del partner o per divorzio, una delle conseguenze più comuni è, al di là della sofferenza emotiva e psicologica, l’impatto negativo sulla salute.Ciò sembra mantenersi costante, secondo le ricercatrici, anche quando le persone si sposano nuovamente, perchè, sebbene in parte si recuperi terreno in termini di livelli di salute, essi non raggiungono più le stesse percentuali delle persone felicemente sposate.
Quelli che non si risposano dopo un divorzio o la morte del coniuge hanno poi avuti indicatori di salute ancora peggiori di coloro che non si sono mai sposati, perchè per loro l’effetto è doppio: da un lato hanno perso gli effetti salutari e protettivi del matrimonio, e dall’altro sono passati attraverso un esperienza stressante ed emotivamente dannosa.
Le sociologhe non hanno ancora ben chiaro quali siano i meccanismi che abbassano i livelli di salute, e pensano che lo stress, provocato della separazione, possa avere un ruolo determinante.
Nei prossimi studi in programma analizzeranno più a fondo altri aspetti di questo problema, tentando di misurare quali effetti ha sulla salute la perdita coniugale: se, per esempio, sale la pressione sanguigna, se peggiorano le abitudini alimentari, o si sviluppano processi infiammatori nell’organismo.
Un processo ben noto in ogni caso è la “sindrome del cuore spezzato” che colpisce il partner superstite in caso di lutto.
Sovente esso perde la voglia di vivere, diventa più vulnerabile a tutti i tipi di agenti infettivi, il sistema immunitario non funziona correttamente, ed in molti casi tende a morire rapidamente.