Nella maggior parte dei casi le protesi utilizzate per l’aumento del seno non hanno una data di scadenza. Ma nel tempo tutto tende a “invecchiare”. E le protesi al seno non sono dispensate da questa legge e vanno incontro, dopo tanti anni, a una maggiore fragilità. E poi non è solo questione di materiali. Anche il corpo si modifica, per non parlare delle mode e dei gusti. Ecco allora tutti i motivi per cui è importante monitorare le proprie protesi e mettere in conto una sostituzione delle protesi al seno.
Perché sostituire le protesi al seno? I primi dieci anni con il seno nuovo trascorrono senza problematiche. E così anche gli anni successivi. Passati 10 anni dall’intervento è però saggio controllarne lo stato in maniera approfondita. A parte questo, col tempo il corpo cambia: si assottiglia, si arrotonda, in alcuni casi si modifica la distribuzione dei volumi, una sostituzione può ripristinare l’armonia dei volumi. Eventualità, non così remota, è infine quella della sostituzione della protesi al seno in seguito a rottura o contrattura della capsula.
Come sostituire la protesi al seno? Il più frequente dei casi è quello in cui si vuole una protesi ancora integra. L’intervento è piuttosto semplice. Prevede un’anestesia generale oppure locale con sedazione. Il chirurgo esegue l’incisione sopra quella già esistente. Estrae la protesi e inserisce quella nuova. Sutura, migliorando in alcuni casi anche l’estetica della cicatrice precedente. Un intervento di sostituzione di protesi al seno ha una durata di circa 45 minuti e un costo che si aggira intorno ai 6.000 euro più il costo della protesi vera e propria.
Quando la sostituzione della protesi al seno avviene a causa della rottura o di una contrattura capsulare, l’intervento può risultare piuttosto lungo ma necessario. Può durare anche 4 ore, ha un costo che si aggira intorno ai 6.500/7.000 euro più, naturalmente, il costo delle protesi.