Negli ultimi tempi è arrivata l’ennesima dieta che si propone di essere miracolosa, ma che è priva di evidenze scientifiche. Questa è la dieta del gruppo sanguigno. Secondo questa dieta, per dimagrire è importante considerare il proprio gruppo sanguigno.
Per chi ha proposto questa dieta, molto seguita in tutto il mondo, c’è una relazione tra dimagrire e gruppo sanguigno. Elaborata da Peter D’Adamo alla fine degli anni novanta, si basa su considerazioni ragionevoli. Circa venti anni fa si è scoperto che le glicoproteine presenti sulle cellule del sangue si trovano anche su quelle dell’intestino e che l’attività di alcuni enzimi dipende dal proprio gruppo sanguigno.
Su queste basi, D’Adamo ha sviluppato la sua teoria che il gruppo sanguigno rivela le abitudini alimentari degli avi. Evitare i cibi poco digeribili che non si conciliano con le glicoproteine presenti sulle cellule sarebbe quindi alla base di un’alimentazione sana.
C’è poi il fatto che alcune proteine che legano gli zuccheri di specifici cibi sono alla base delle intolleranze se non sono compatibili con il gruppo sanguigno, Queste le basi della teoria.
Il libro di D’Adamo “Eat right for your type” ha venduto molte copie e la dieta del gruppo sanguigno si è diffusa in tutto il mondo.
Le prove scientifiche però non ci sono. Uno studio canadese è nato proprio per cercare di trovare evidenze scientifiche a questa dieta basata sul gruppo sanguigno. Il ricercatore che fatto questo studio El-Sohemy ha affermato che non ci sono evidenze che dimostrano il rapporto tra alimentazione e gruppo sanguigno. El-Sohemy ha detto: “L’aderenza ai regimi diversi proposti nella dieta del gruppo sanguigno si associa in alcuni casi a profili cardiometabolici positivi (è il caso di quella per il tipo A, che prevede soprattutto vegetali, o la AB che consiglia uova e pesce come fonte di proteine), ma senza alcun legame con il gruppo sanguigno di appartenenza. In pratica è il tipo di alimentazione proposto a essere di per sé più salutare e questo può spiegare perché vi siano persone che affermano di stare meglio seguendo la dieta del gruppo sanguigno. Tuttavia il modo in cui un individuo risponde a un’alimentazione vegetariana o a basso contenuto di carboidrati non ha nulla a che vedere con il gruppo sanguigno a cui appartiene, bensì con la propria capacità di adattarsi a quello specifico regime dietetico”.