L’ intervento chirurgico per correggere gli occhi sporgenti, le tecniche mini invasive per il morbo di Graves e orbitopatia tiroidea

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Colpisce soprattutto giovani donne il morbo di Graves o ipertiroidismo, una malattia poco conosciuta che provoca l’ uscita dell’ occhio dalle orbite in modo innaturale, danni funzionali anche molto gravi e notevoli disagi estetici. La disfunzione è quasi sempre un sintomo di malfunzionamento della tiroide, che va subito curato, trascurandolo si corre il rischio, in pochi mesi, di peggiorare fino a danneggiare seriamente la vista, causando danni all’ estetica e condizionando la vita sociale.

Una volta curato il problema della tiroide gli occhi sporgenti non tornato al proprio posto, è necessario intervenire chirurgicamente, se fino a qualche anno fa si potevano avere gravi effetti collaterali, oggi per rimediare all’ orbitopatia tiroidea si ricorre a tecniche mini invasive che consentono di intervenire riducendo la pressione bulbare con una percentuale minima di complicazioni.

È importante intervenire in modo tempestivo per curare il morbo di Graves anche dal punto di visto oculistico. Nella fase infiammatoria, che dura da 6 a 18 mesi, si ricorre al cortisone, si deve tenere sotto controllo la pressione oculare ed occorre accertarsi che non ci sia sofferenza del nervo ottico, una circostanza che può compromettere del tutto la vista dei paziente. Il cortisone si somministra con punturine localizzate attorno agli occhi, evitando così la via endovena o per bocca. In questo modo si uniscono gli effetti benefici del cortisone e si minimizzano gli effetti collaterali.

Quel che si può verificare con l’ orbitopatia tiroidea è la sporgenza dell’ occhio fino a modificarne l’ aspetto (esoftalmo sfigurante), occhi eccessivamente aperti (retrazione palpebrale), occhi storti (diplopia), perdita della vista e del campo visivo (neuropatia ottica). I disturbi possono essere associati a ipertono oculare e glaucoma.

Quasi sempre le pazienti affette da orbitopatia tiroidea vuole ritornare come prima della malattia, cosa non raggiungibile solo con farmaci, steroide o altro, ma è necessario il bisturi. La riabilitazione estetica oggi prevede come primo step la correzione dell’ esoftalmo e secondariamente la chirurgia delle palpebre, deve essere eseguita da un oculista specialista in chirurgia oculoplastica, la decompressione orbitaria oggi viene eseguita con tecniche mini-invasive, senza cicatrici visibili, con recuperi in tempi rapidi e soprattutto che le complicanze sono molto lievi e correggibili.

La complicanza più temuta è lo strabismo (deviazione degli occhi) con diplopia (visione sdoppiata), con le tecniche moderne ha un’ incidenza inferiore al 10%; qualora si verificasse è comunque rimediabile con un intervento ambulatoriale in anestesia locale con recupero completo.

Francesco Bernardini
Chirurgia oculoplastica, ricostruttiva e orbitaria. Consulente in diversi ospedali di Genova e Torino. I suoi studi privati si trovano a Genova, Torino e Milano.
(www.oculoplasticabernardini.it).

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