Di recente si sono scatenate alcune polemiche in riferimento alla campagna di sensibilizzazione alla prevenzione del cancro al seno promossa dalla LILT. Al centro delle polemiche l’immagine di Anna Tatangelo, che posa nuda per la campagna Nastro Rosa.
Questo quanto si legge sul sito LILT:
In riferimento ad alcune voci di dissenso sull’immagine utilizzata dalla LILT per la campagna Nastro Rosa, si intende ribadire quanto segue.
La LILT ha chiesto alla Signora Anna Tatangelo di essere testimonial della campagna e le ha proposto di “mettersi a nudo” creando attenzione, esclusivamente, per dare forza ad un messaggio che intendeva far riflettere le donne messe davanti alle loro paure, ma che nell’abbraccio mettono la loro forza, la loro difesa contro un male che colpisce anche l’animo delle donne (e lo dimostra la loro reazione).
E in riferimento alla testimonial:
La campagna, infatti, parla alle donne sane, soprattutto alle giovani, perché arrivare prima significa salvarsi la vita e proteggere il seno, considerato il simbolo della femminilità’. Ed Anna Tatangelo è una giovane donna e mamma attenta ai corretti stili di vita e, quindi, perfetta testimonial per il target a cui la campagna prioritariamente si rivolge.
Nessun intento offensivo era, ovviamente, nelle intenzioni.
E poi si prosegue:
Sembra, però, che le polemiche stiano andando oltre ogni legittimo esercizio del diritto di critica, offendendo la persona Anna Tatangelo alla quale si attribuisce – arbitrariamente – una posa “ammiccante” o per avere il torto di tenere alla forma fisica e di avere addominali scolpiti. Questo delude molto, perché se, come detto, tutte le opinioni meritano rispetto, ancor di più ne merita chi “ci ha messo la faccia” ed ha contribuito a far qualcosa per le donne e non contro le donne, come la deriva di questa polemica sta evidenziando.
Il messaggio si conclude con un auspicio, essere “tutte unite ed uniti nella battaglia per vincere il cancro, sempre disponibili al dialogo, alla discussione, ma soprattutto alla collaborazione”.