In questi giorni corre il 50esimo anniversario dell’AIRC, e nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dei progressi della ricerca. Ecco quanto si legge sul sito airc.it a proposito dei tumori pediatrici:
L’aumento dell’incidenza (cioè del numero di nuovi casi ogni anno) dei tumori infantili registrato in Italia fino alla seconda metà degli anni Novanta si è arrestato. AIRTUM, l’Associazione italiana registri tumori, stima che per il quinquennio 2016-2020, in Italia, saranno diagnosticate 7.000 neoplasie tra i bambini e 4.000 tra gli adolescenti, in linea con il quinquennio precedente.
È anche vero, però, che nella maggior parte dei casi i tumori infantili non dipendono dagli stili di vita, sui quali l’individuo può intervenire, ma da fattori genetici o ambientali non del tutto noti.
Sempre più curabili
Quel che è decisamente cambiato, negli ultimi quarant’anni, è il tasso di mortalità, che è in netta diminuzione. I bambini e i ragazzi tra 0 e 19 anni che muoiono di tumore sono sempre meno: nel 2008 i decessi erano circa un terzo di quelli registrati nei primi anni Settanta.
Sono i tumori del sangue (e in particolare le leucemie) a mostrare i successi maggiori con una sopravvivenza che oggi supera il 90 per cento dei casi. Il merito è tutto di una scoperta italiana, l’uso della chemioterapia combinata messa a punto all’Istituto nazionale tumori di Milano (INT) negli anni Settanta.
Ai successi di questa tecnica si aggiunge il trapianto di midollo, di cui i medici italiani sono stati promotori e pionieri.
Anche nel campo dei sarcomi ossei e dei tessuti molli si riscontrano grandi passi avanti, in particolare grazie alla migliore capacità di individuare le caratteristiche molecolari della malattia e di trovare la cura più adatta.
La terapia farmacologica somministrata prima dell’intervento chirurgico, con un protocollo studiato a fondo anche dall’Istituto Rizzoli di Bologna, è in grado di evitare gli interventi mutilanti che un tempo erano l’unica possibilità di salvezza per i giovani colpiti.
La ricerca punta oggi ai tumori cerebrali, alcuni dei quali sono ancora difficili da sconfiggere, con armi sofisticate come l’immunoterapia.
Gli adulti di domani
Lo scopo finale di tutta la ricerca oncologica pediatrica è di mettere a punto farmaci sempre più mirati anche per i giovani pazienti, limitando al contempo le sequele che, inevitabilmente, molti ragazzi diventati adulti si portano dietro. Gli studi sui giovani che hanno vinto la malattia dimostrano infatti che non bisogna mai allentare la sorveglianza, perché questa esperienza può aumentare il loro di rischio di incorrere, più avanti, in un secondo tumore o in altre malattie.
Con l’aumento del numero di giovani che superano indenni la prova di un tumore, i medici si trovano davanti a una nuova sfida: consentire loro di vivere una vita quanto più normale possibile, per esempio preservando la loro possibilità di diventare, in futuro, a loro volta genitori.
Photo Credits |Monkey Business Images/ Shutterstock