Dopo il successo mediatico e cinematografico di Inside Out si torna a parlare ovunque di benessere psicologico e di emozioni per scoprire che è proprio dalla regolazione emotiva che nasce il benessere di cui abbiamo tutti bisogno.
Come spiegava bene Segal già a metà degli anni Novanta e come riportato da diverse riviste mediche:
Qualora si sviluppi una grave situazione di disagio, ne risulta che non solo tale esperienza incide dal punto di vista psicologico sull’individuo, ma lo farebbe anche sul cervello e sul funzionamento cognitivo, rendendo il recupero del benessere ancor più difficile.
E la regolazione emotiva è importantissima a tutte le età. Per esempio una relazione mamma-bambino basata sui principi di accoglienza e calore, basata sul principio maieutico che induce l’adulto ad evitare stati emotivi estremi e prolungati, stress di vario tipo, aiutandolo a rispondere in maniera equilibrata agli stimoli esterni, è quanto di meglio si possa sperare.
Sulla cattiva regolazione emotiva e sul suo impatto sui bambini si legge:
Anche i disturbi definiti internalizzati costituiscono un valido esempio di compromessa regolazione emotiva: essi comprendono in maniera prevalente i disturbi dell’ansia e dell’umore e rappresentano un caso emblematico di specifica modalità di regolazione emotiva atipica che può comportare uno sviluppo psicopatologico (Bradley, 2000). Le aree delladisregolazione che risultano più implicate sono quelle relative alle modalità di coping e alla regolazione dei fattori neurobiologici coinvolti nella risposta allo stress. I bambini a rischio d’insorgenza di sintomi internalizzati adottano strategie di coping improntate alla repressione dell’emotività negativa, al ritiro, all’uso ridotto del supporto sociale e all’idealizzazione di relazioni affettive problematiche. L’interiorizzazione della rabbia e dell’ostilità sarebbe così alla base dello sviluppo sintomatico.
Fonte | State of Mind