Il colesterolo fa parecchi danni ma gli italiani sembrano non esserne coscienti. È questo il risultato di una ricerca che mostra come tra il sapere che il colesterolo aumenta il rischio d’infarto e la decisione di porvi rimedio, ci sia un abisso di acquiescenza e “lascia perdere”.
Di colesterolo si parla tanto e forse anche troppo spesso legando il discorso su questo elemento alla dieta non appropriata e all’alimentazione sbagliata. In realtà non sempre livelli alti di colesterolo cattivo sono da attribuire ad uno schema alimentare non consono. Qualche volta è la genetica a metterci lo zampino tant’è che le ultime ricerche rivelano che nel nostro paese 1 paziente su 250 deve tenere sotto controllo questo valore.
Siccome il colesterolo cattivo aumenta i rischi cardiovascolari, è stato lanciato in rete un nuovo portare informativo con notizie e consigli utili a tutti. Questo sito dovrebbe rispondere all’esigenza di tanti italiani. Un’indagine dell’EAS, infatti, l’European Atherosclerosis Society, ha mostrato negli 11 paesi sotto la lente d’ingrandimento che c’è un divario enorme tra la conoscenze dei rischi e l’adozione di misure concrete per controllare il colesterolo LDL nel sangue. Si pensi soltanto che il 66% degli intervistati nello Stivale ha dichiarato di non conoscere i propri livelli oppure di non averli mai controllati.
Per l’attività di prevenzione gli esperti fanno notare che ci sono alcuni elementi di rischio risultano modificabili come l’abitudine tabagica, la pressione arteriosa, il diabete mellito, l’alimentazione scorretta, o la sedentarietà, mentre altri elementi non sono modificabili, si parla di età, sesso, familiarità e fattori genetici e proprio per questo bisogna controllarsi periodicamente.