Il morbillo è una malattia esantematica e da alcuni anni si pensava fosse stata debellata dai vaccini. In realtà di morbillo si muore ancora e bisogna per questo rendersi conto delle complicanze di una malattia apparentemente “comune”.
Il morbillo è una malattia infettiva virale diffusa in tutto il mondo; colpisce i bambini in età scolare e prescolare e ha la sua massima incidenza alla fine dell’inverno e durante la primavera. In genere, il morbillo ha un’evoluzione benigna ma, a volte, può presentare complicanze gravi.
Questa è la prima cosa di cui prendiamo atto. Le parole sono scritte dagli esperti dell’Ospedale Bambin Gesù che rispondono anche alle domande più frequenti dei genitori.
Come si trasmette?
La malattia è molto contagiosa (indice di contagiosità 95%) e si trasmette dal malato al sano con le goccioline infette diffuse dai colpi di tosse e dagli starnuti.
Quali sono le complicanze?
Le complicanze del morbillo hanno una frequenza globale del 10-15% e in alcuni casi sono particolarmente impegnative. Si distinguono:
- complicanze respiratorie;
- sono le più frequenti e possono dipendere dalla localizzazione diretta del virus o da infezioni batteriche sovrapposte, comprendono otiti laringiti, broncopolmoniti batteriche e polmoniti interstiziali (1-2 casi su 100);
- complicanze neurologiche;
- più rare ma a prognosi riservata (encefalite acuta (1 caso su 1000), panencefalite sclerosante subacuta (10 casi per milione);
- altre complicanze rare;
- cardiache, oculari, porpora piastrinopenica, linfoadenopatia mesenterica.
Come si cura?
La terapia è sintomatica con antifebbrili e sedativi della tosse. I cortisonici e gli antibiotici vengono usati per le complicanze. L’OMS e l’UNICEF raccomandano la somministrazione di vitamina A in pazienti di età tra 6 mesi e 2 anni ospedalizzati per morbillo o per le sue complicanze, soprattutto se con fattori di rischio.