In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una strenua lotta contro i vaccini. Eppure la scienza si è arricchita di antidoti a problemi anche molto gravi come può essere il Papilloma virus. Sul sito del ministero della Salute, le motivazione a favore del vaccino.
Perché vaccinarsi
Il fatto che il cancro del collo dell’utero sia di origine infettiva consente di adottare contro questa malattia una strategia sconosciuta per le altre forme di tumore. Attraverso la vaccinazione contro l’Hpv è infatti possibile interrompere all’origine la catena che dall’infezione porta al cancro. Se grazie al vaccino l’organismo è in grado di contrastare l’infezione da Papilloma virus, allora non si potranno verificare i cambiamenti delle cellule del collo dell’utero, che portano allo sviluppo del tumore.
I vaccini contro il Papilloma virus
Oggi sono disponibili due vaccini contro il papilloma virus:
- vaccino bivalente – protegge contro i tipi 16 e 18 (i tipi di virus in grado di causare le lesioni pretumorali)
- vaccino quadrivalente – offre una protezione anche contro i tipi 6 e 11 (quelli che causano il maggior numero di condilomi).
Entrambi i vaccini hanno un’efficacia elevata, se somministrati prima che la persona sia stata contagiata con il virus HPV, che si acquisisce, di norma, subito dopo l’inizio dell’attività sessuale.
Inoltre inducono una migliore risposta immunitaria nelle persone più giovani.
Per questa ragione la campagna di vaccinazione contro l’Hpv è indirizzata alle bambine di età compresa tra gli 11 e i 12 anni.
La vaccinazione in questa classe di età, secondo le informazioni scientifiche oggi disponibili, consente di prevenire, nella quasi totalità dei casi, l’insorgenza di un’infezione persistente dei due ceppi virali, che più frequentemente provocano il tumore della cervice uterina. Ambedue i vaccini sembrano presentare un certo grado di protezione verso altri ceppi di Hpv.