La mononucleosi, comunemente chiamata “malattia del bacio”, è una patologia non sempre facile da diagnosticare, e trasmessa principalmente mediante la saliva. I suoi sintomi prevalenti sono la stanchezza e un incremento dei globuli bianchi (“frutto” della chiara risposta del nostro sistema immunitario all’attacco della mononucleosi): ma quali sono le sue cause? E cosa bisogna sapere per quanto attiene la sua contagiosità? E, ancora, come si cura?
Cause della mononucleosi
Le cause della mononucleosi sono ben note: la determinante di questa malattia è infatti l’Epstein Barr Virus. Si tratta di un virus che appartiene alla famiglia degli herpes virus ed è, dunque, uno stretto parente della varicella e del fuoco di Sant’Antonio.
Contagiosità della mononucleosi
La mononucleosi è una malattia discretamente contagiosa, diffusa soprattutto tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni. Diffusa in tutto il mondo, si stima che entro l’adolescenza possa interessare circa un giovane su due: difficilmente, nonostante tale ampia diffusione, si può tuttavia parlare di “epidemia” di mononucleosi, rimanendo quest’ultima un’ipotesi estremamente rara a causa del basso tasso di contagiosità.
Per quanto concerne i modi con cui si può contrarre la mononucleosi, ricordiamo che questa può essere contagiata in maniera diretta o indiretta. Nella prima forma, di solito il veicolo è la saliva, il rapporto sessuale o la trasfusione di sangue; nella seconda forma, invece, si può contrarre con l’utilizzo comune di posate, bicchieri, piatti e altri oggetti.
Si ricorda inoltre come la contagiosità permanga per molto tempo, considerato che l’eliminazione definitiva del virus nell’area faringea si completa anche dopo un anno successivamente all’infezione. Inoltre, bisogna pur sempre considerare che durante i periodi di riattivazione del virus, i portatori sani possono diventare fonte di contagio. Magra consolazione è il fatto che se una persona è stata affetta da mononucleosi, il successivo contatto sarà privo di conseguenza.
Sintomi della mononucleosi
I sintomi principali della mononucleosi ricordano da vicino quelli di un tradizionale malanno invernale, e proprio per questo motivo non è sempre facile individuare prontamente la patologia: febbre, debolezza, malessere, ingrossamento dei linfonodi. Il periodo di incubazione dura tra 1 e 2 mesi. Non vi sono generalmente sintomi gravi, anche se in qualche ristretto caso è possibile riscontrare complicazioni a carico del sistema nervoso centrale, periferico e vascolare.
Come curare la mononucleosi
Nella maggior parte dei casi la mononucleosi si risolve spontaneamente nell’arco di due o tre settimane, e sono molto difficili le ricadute negli anni successivi, sebbene alcuni pazienti tendano ad accusare una sensazione di stanchezza e di difficoltà a concentrarsi anche per diversi mesi. Successivamente alla guarigione, il virus responsabile permarrà in via latente all’interno del tessuto linfoghiandolare e potrà riattivarsi dando luogo alla c.d. “sindrome da fatica cronica”, ovvero uno stato di debilitazione che può durare anche diversi mesi, sottraendo al paziente che ne è affetto molte energie fisiche e mentali. Proprio per questo motivo, per evitare la riattivazione del virus diventa importante cercare di alleare l’efficienza del sistema immunitario attraverso uno stile di vita attivo, che non sia contraddistinto da eccessi e sia basato su un’alimentazione sana ed equilibrata.
Inoltre, è sempre consigliato che il paziente affetto da mononucleosi riposi a letto ed eviti gli sforzi fisici per almeno un mese, soprattutto se uno dei sintomi della malattia è l’ingrossamento della milza (la rottura, per quanto rara, è una complicazione piuttosto temuta). Infine, si aggiunge in conclusione come non sempre si ricorra a una terapia farmacologica, comunque limitata a antipiretici e analgesici.
Per poterne sapere di più vi consigliamo naturalmente di consultare il vostro medico di riferimento, che potrà aiutarvi a decifrare al meglio i vostri sintomi.