Prima che l’ILVA fosse in regime di Amministrazione Straordinaria era “tutto fermo”. Ora invece l’iter per la copertura dei parchi minerari è avviato. A sostenerlo sono fonti vicine all’azienda, citate dall’agenzia di stampa Agi.
Nel comunicato si legge: “Sino al 2014 sulla copertura dei parchi minerali era praticamente tutto fermo. Non mancavano solo i soldi, ma non c’erano tante altre cose. Da lì si è poi snodato un iter che, sia pure nella sua complessità, è approdato al risultato complessivo di avere sia le autorizzazioni pronte, sia il progetto approvato con decreto del ministro dell’Ambiente, sia l’investitore che mette le risorse per fare l’intervento”.
Autorizzazioni, progetto e investitore: tutto fa pensare che l’agognata copertura dei parchi minerali sia in dirittura d’arrivo. Non è l’unico merito dell’ILVA in Amministrazione Straordinaria, che “ha pagato anche gli oneri di urbanizzazione al Comune di Taranto”.
Le fonti si soffermano anche sul piano ambientale approvato lo scorso 28 settembre: “il decreto del ministro è un’autorizzazione a tutti gli effetti ottenuta grazie al meccanismo delle conferenze dei servizi. Tant’è – aggiungono le stesse fonti aziendali – che laddove non è stata seguita questa strada ma si è andati attraverso il Suap del Comune, vedi l’edificio per i filtri a manica dell’agglomerato, l’iter è stato ancora più complicato ed ha richiesto anche un passaggio in Consiglio comunale. Poi non dimentichiamo che affrontare tutta la parte preliminare alla copertura dei parchi, tra cui la caratterizzazione dell’area e la gestione dei cosiddetti fondi scavo, ovvero laddove si perfora il terreno per le analisi, non è stato per niente facile e solo l’ultimo Dpcm ha definitivamente sbloccato una serie di protocolli operativi che erano rimasti in sospeso”.
Ancora le fonti vicine all’Amministrazione Straordinaria osservano infine: “Non dimentichiamo che Am Investco ha accettato il progetto che c’è già, e questo non comporterà altre lungaggini, mentre Acciaitalia proponeva un suo progetto, il che avrebbe comportato rifare l’iter burocratico“.