Difficoltà a prendere sonno, ore ed ore passate a contare le pecore, o ancora risvegli continui e sonno disturbato: sono tutte situazioni difficili che portano all’ esasperazione chi le vive, tanto da spingere spesso queste persone a pensieri o gesti estremi. Questo almeno quanto emerge da uno studio americano, secondo cui chi soffre di problemi cronici del sonno corre un rischio maggiore rispetto ad altri di arrivare a meditare il suicidio. Guai, allora, a trascurare i problemi di insonnia.
Secondo la ricerca dell’ università del Michigan (USA), più disturbi del sonno si hanno e maggiore è la probabilità di arrivare a pensare al suicidio o di provare a togliersi la vita. Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo circa 877 mila persone ogni anno si uccidono e per ogni suicidio si stimano fino a 40 tentativi andati a vuoto. La scienza da tempo ha collegato i problemi del sonno a un maggior rischio di comportamenti suicidi in persone con disturbi psichiatrici o negli adolescenti.
Ma il legame non era chiaro nel caso di adulti senza una storia di patologie mentali. I ricercatori hanno analizzato tre tipi di problemi: difficoltà ad addormentarsi, a riposare senza svegliarsi di continuo, e risvegli troppo anticipati (almeno due ore prima del dovuto).
Tenuto conto dei diversi fattori (come abuso di sostanze quali farmaci ed alcol, ansia, depressione e problemi matrimoniali o finanziari), i ricercatori hanno scoperto che le persone con due o più sintomi di insonnia erano 2,6 volte più a rischio di riferire un tentativo di suicidio rispetto a quanti riposavano senza problemi. Non solo, il risveglio alle prime luci dell’ alba è risultato il singolo fattore più insidioso: è infatti fortemente legato al rischio di comportamenti suicidi. Dunque si tratta di un elemento particolarmente allarmante, secondo i ricercatori Usa.
Certo è possibile che i disturbi del sonno e i pensieri suicidi siano manifestazioni di una psiche problematica, ma anche che un sonno insufficiente esasperi le persone spingendole a pensare alla morte. Potrebbe esistere un legame fisiologico tra questi due aspetti, ancora tutto da scoprire. La mancanza di sonno, infatti, potrebbe influire sul funzionamento del cervello, portando a una ridotta capacità di giudizio e di controllo degli impulsi.
Nel mirino degli scienziati c’ è anche una possibile alterazione della serotonina, ormone che gioca un ruolo chiave nel regolare l’ umore.